Molini Popolari, sì alla riqualificazione

Umbertide: il Consiglio comunale ha approvato il progetto all’unanimità. Ma non mancano i distinguo

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Sì alla riqualificazione del sito del Molini Popolari Riuniti, ma con qualche distinguo: manca un piano generale di sviluppo della città dove inserire l’operazione. L’approvazione all’unanimità del progetto in Consiglio comunale, che ha visto il voto favorevole anche delle opposizioni non infatti significa che Pd ed Umbertide cambia (l’M5S era assente) siano d’accordo su tutto. E lo dicono chiaro. I Dem, con il capogruppo Matteo Ventanni, si dichiarano d’accordo con la riqualificazione "per evitare che un sito in dismissione così grande diventi un deposito di materiale edilizio e industriale all’ingresso della città", favorevoli anche per il fatto che "così si apre la strada alla ristrutturazione dell’area e al tempo stesso alla conservazione dell’edificio storico risalente agli anni ’50 a cui gli umbertidesi sono molto legati".

Quello che però manca ancora oggi, dopo tre anni dall’approvazione della legge regionale in materia è un "Piano del commercio che come Pd abbiamo chiesto da tempo". Per Ventanni poi "restano criticità evidenti su altri interventi infrastrutturali" a partire dalla viabilità adiacente alla ex Tiberina 3 bis che necessita di adeguate rotatorie nei punti più critici. Serve insomma, per Ventanni, "un piano tecnico-commerciale che coniughi la riqualificazione e l’espansione degli spazi urbani, con una viabilità di collegamento con il territorio finalmente efficiente". Anche per il movimento Umbertide cambia, che ha espresso il suo "sì" convinto alla variante al Prg per la riqualificazione del sito "facendo realisticamente un calcolo di costi-benefici, come un buon amministratore deve fare", manca un Piano commerciale che sia inserito in un sviluppo armonico e sostenibile della città" dove inserire proficuamente anche la nuova, grande area che ne deriverà, con tutti i suoi spazi e servizi.

Secondo il capo gruppo Gianni Codovini "il progetto - pur giusto - evidenzia sia la mancanza di un piano commerciale sia l’assenza di una idea di sistema-città". Rimarca Codovini: "Ormai la saturazione della media e grande distribuzione locale è un fatto conclamato e non vi sono più spazi per un suo allargamento. Si tratta semmai di pensare ad uno sviluppo sostenibile della città, in cui centro storico, zona commerciale, zona industriale siano armonizzati, senza che una sola parte danneggi le altre. Questo è uno dei capisaldi del nostro programma amministrativo futuro e per le prossime elezioni comunali".

Pa.Ip.