Mignini lascia l’Antimafia "Commissione mai riunita"

L’ex magistrato era stato incaricato dal Comune di far parte dell’organismo. Lettera di dimissioni al sindaco: "Dopo la nomina la struttura non ha operato"

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"La maxi operazione antimafia coordinata dalle Procure di Catanzaro e Reggio Calabria, porta anche il nome della città di Perugia e delle sue istituzioni. Ha portato a numerosi arresti legati a reati di mafia nel capoluogo umbro e in tutta la regione, da cui emerge un quadro allarmante e perfino emergenziale, che riguarda la ramificazione delle infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale del nostro territorio". Era questa la motivazione con la quale lo scorso 22 febbraio il Consiglio comunale aveva eletto la Commissione consiliare d’inchiesta contro il fenomeno delle infiltrazioni mafiose. Commissione che oltre ai consiglieri comunali, prevedeva anche due componenti esterni: il magistrato Giuliano Mignini e l’avvocato Marco Angelini.

Il punto è che da allora la commissione è rimasta lettera morta: non si è mai insediata né riunita. E per questo Mignini ha deciso di abbandonare. "Avevo dato la mia disponibilità già due anni fa – scrive in una lettera al sindaco – per spirito di servizio verso questa nostra città di Perugia, in ideale continuazione e conferma dell’attivita’ svolta come magistrato e, per oltre sette anni, come appartenente alla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Perugia. Ho atteso con pazienza che il programma venisse rispettato – scrive Mignini –. Solo da notizie di stampa sono venuto a conoscenza che ero stato designato, insieme all’avvocato Angelini. Nel frattempo, sono stato designato consulente della Commissione parlamentare Antimafia dove sono incardinato. Tuttora l’organismo comunale in questione mi risulta, invece, inoperante. Tale stallo e il nuovo impegno sopravvenuto – conclude –, mi impongono, a questo punto, di rinunciare all’incarico nella stessa Commissione comunale. Revoco, pertanto, qualunque disponibilità in merito e rassegno le mie immediate dimissioni".