di Luca Fiorucci Proseguono gli accertamenti sul messaggio di commento abbinato all’articolo dedicato alle affermazioni del procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, in riferimento ad Alfredo Cospito, ristretto al 41 bis, e destinatario di un ordine di custodia in carcere disposta dal gip di Perugia nell’ambito di un’inchiesta sull’istigazione all’eversione. Quel messaggio "Ce ne ricorderemo" è comparso in una chat di Telegram riconducibile al circolo anarchico di Foligno, La Faglia. Un messaggio anonimo che ora è sotto la lente dei carabinieri del Ros per individuare il presunto autore, mentre in tutta Italia l’iniziativa di sciopero della fame intrapresa da Cospito, ritenuto una figura di spicco nella Federazione anarchica informale, tiene banco, in particolare nel dibattito politico. E se anche a Orvieto sono comparse scritte a sostegno del detenuto ristretto al 41 bis, gli investigatori proseguono a monitorare la galassia anarchica nel caso di iniziative che, in altre parti d’Italia, sono state intraprese e che potrebbero ripetersi. Segnali, in questo senso, in Umbria, non sarebbero ancora venute alla luce. Ma l’attenzione è, inevitabilmente alta. Cospito è finito nell’inchiesta perugina insieme ad altri 5 persone, per una di loro era stata disposta la misura cautelare dei domiciliari, incentrata sull’attività ritenuta di istigazione all’eversione che sarebbe stata portata avanti da alcuni militanti che facevano riferimento al Circolaccio anarchico di Spoleto e che sarebbe stata amplificata da una pubblicazione "aperiodica", Il Vetriolo, nelle cui pagine era comparso anche uno scritto firmato dallo stesso Cospito, già in carcere per il ferimento, nel 2012, dell’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e per aver piazzato due ordigni esplosivi fuori da una caserma di Cuneo nel 2006. Le misure emesse dal gip di Perugia, in quel caso, ben presto vennero revocate e gli atti trasferiti a Firenze, dove l’inchiesta appare al momento ferma. Sempre nello Spoletino, e con riferimento proprio a Cospito e al carcere duro a cui è obbligato, nei giorni scorsi, era stato compiuto un gesto dimostrativo nei confronti dell’abitazione dell’imprenditore Giorgio Del Papa, titolare della Umbria Olii, l’azienda nella quale, nel 2006, persero la vita quattro operai in un’esplosione durante dei lavori di manutenzione. Indagini in corso, quindi, e attenzione sempre alta.