Mercatone Uno, bando d'asta con colpo di scena

Sul gruppo indaga la Finanza per bancarotta. Sequestrato anche un magazzino a Magione

Le Fiamme Gialle al lavoro

Le Fiamme Gialle al lavoro

Perugia, 20 gennaio 2017 - Il nuovo bando illustrato  al Mise per la cessione del complesso aziendale Mercatone Uno, in cui rientra anche il maxi negozio di Magione, porta in Umbria un mix di speranze ma anche di insidie per via dell’inchiesta delle Fiamme Gialle, scattata proprio alla vigilia dell’incontro romano. Nel mirino del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bologna, che sta eseguendo perquisizioni nei confronti di dieci persone, ex soci e amministratori del gruppo Mercatone Uno, indagate per bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione, ci sarebbe finito anche un magazzino merci (che fa capo al punto vendita di Magione) posto ora sotto sequestro.  L’Accusa è di aver «spogliato», attraverso sofisticate manovre finanziarie e societarie, la struttura commerciale per oltre 300 milioni di euro. Gli indagati avrebbero ceduto alcuni beni immobili dell’azienda per un valore di 170 milioni di euro ad un fondo lussemburghese, confluito poi in una società costituita ad hoc, la "Cve"srl, riconducibile ai soci della holding imolese. E' in questo quadro che il gip Mirko Margiocco ha disposto il sequestro preventivo delle quote della Cve all’interno della quale sono confluiti i beni sparsi in tutta Italia, tra i quali anche il deposito di Magione, non però il negozio, che è di proprietà esterna al gruppo ed è ormai chiuso da tempo. Tornando al futuro del pacchetto Mercatone Uno, come è stato accolto da sindacato e istituzioni il nuovo bando d’asta presnetato al ministero? Rispetto a quello vecchio, che lo ricordiamo era andato deserto, ci sono modifiche che lasciano ben sperare per il punto vendita umbro, dove lavoravano circa 40 persone e ora chiuso da tempo?  Preoccupati: il primo cittadino di Magione Giacomo Chiodini e il segretario della Fisascat Cisl Valerio Natili non nascondono i loro timori: «L’inchiesta in corso, ma anche la nuova modalità del bando, che ha previsto rispetto a quello vecchio anche l’opzione per una vendita frazionata dei negozi e non più in un unico blocco – spiegano Chiodini e Natili – non gioca a nostro favore. Tra gli elementi nuovi che incoraggiano, la base d’asta che da 280 milioni è scesa e 220 e la proroga della cassa integrazione fino al 2018 per i 40 addetti del punto vendita lacustre. Queste persone, così come prevede la legge Marzano, dovranno essere assunte per almeno due anni in caso qualcuno decida di partecipare al bando i cui tempi ancora non sono chiarissimi».