Medici, dubbi sui tamponi in ambulatorio

Pronti invece a partire con i tracciamenti. Oggi l’accordo tra Regione e farmacie pubbliche e private per i test sierologici

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Sui tracciamenti i medici si dicono disposti a collaborare, ma sui tamponi negli ambulatori la situazione appare molto complessa, se non addirittura estremamente complicata. Tiziano Scarponi, medico di medicina generale e consigliere dell’Ordine dei medici, analizza il quadro che sta emergendo in Umbria a proposito delle novità che coinvolgono la categoria. "Il quadro è problematico – spiega -. Partiamo dalla questione dei tracciamenti, dove è in corso di redazione un accordo con Università e Regione affinché i medici collaborino attivamente al contact-tracing". In che modo, lo spiega lo stesso Scarponi, non prima di una doverosa promessa. "Il Dipartimento d’Igiene della Asl non ce la fa più a monitorare i contagiati – spiega - e a soddisfare la richiesta di tamponi. E la a vera criticità in questo momento è quella di bloccare le fonti di contagio sul nascere". Da qui la decisione di mobilitare gli studenti di Medicina e i neolaureati (150) per tracciare telefonicamente la filiera dei contatti avuti dai soggetti positivi. "Ogni paziente positivo e ogni caso sospetto che contatta un medico di famiglia – continua il rappresentante dell’Ordine - , deve scrivere una lista con nome e cognome e numero di telefono di tutte le persone con cui è stato in contatto entro le 48 ore prima della positività e invarla per WhatsApp o per posta elettronica al medico stesso. Saremo noi a quel punto a girare al Dipartimento d’Igiene e Prevenzione (Dip) i contatti telefonici e da qui si metterebbero in moto sia gli addetti del Dip che i 150 studenti e neolaureati per tracciamenti e richiesta dei test". La proposta, Scarponi, ha cercato di condividerla con alcuni colleghi sul suo profilo Facebook, raccogliendo pareri contrastanti tra loro, a dimostrazione di una categoria davvero sotto pressione: non a caso molti lamentano l’impossibilità in queste ore di mettersi in contatto con il Dipartimento e di aver sollecitato più volte lo stesso senza a volte ottenere risposta. "A livello ordinistico ribadiremo comunque che si tratta di una scelta su base volontaria e non obbligatoria". Più complessa la questione dei tamponi negli ambulatori medici. "Questo è un grande problema e p er ciò che mi riguarda non sono per niente favorevole ad effettuare i tamponi nei nostri studi (i sindacati di categoria sono infatti ancora divisi): basti dire che se dovessi scovare un positivo, dovrei chiudere e sanificare tutto ogni volta. Io credo piuttosto – continua Scarponi - si possano allestire dei punti per effettuare i tamponi nella sede delle Aft, ciascuno con riferimento al proprio Centro di salute e in modo da aggregare i pazienti di 2030 medici. E ciò si potrebbe fare con personale infermieristico e tutti adeguatamente protetti". Oggi sarà firmato l’accordo tra Regione e farmacie pubbliche e private per i test sierologici: si dovrebbe partire la prossima settimana, ma anche qui le difficoltà per reperire gli spazi non saranno poche e si prevede un’adesione di circa il 50% delle strutture.

Michele Nucci