Medici di famiglia contro la Regione ’Sui vaccini no minacce e ultimatum’

Venerdì una riunione per imporre ai camici bianchi di terminare le dosi entro domenica. Il sindacato: "Indignati dal clima. Ci troviamo sotto pressione per la somministrazione di AstraZeneca"

Immagini di repertorio

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La protesta dei medici di famiglia monta dopo l’ultimatum della Regione che, nel corso di una riunione convocata venerdì in fretta e furia, ha intimato ai camici bianchi di terminare entro domenica le dosi di AstraZeneca consegnate ad ogni singolo medico (tre fiale per 33 dosi complessive) pena provvedimenti, per non bloccare la campagna vaccinale nei confronti dei 70-79enni.

Ma il sindacato Fimmg non ci sta. E ieri in una lettera al vetriolo inviata alla presidente Donatella Tesei, all’assessore Luca Coletto, al commissario Massimo D’Angelo e ai direttori delle Asl e dei Distretti ha rispedito al mittente l’out-out, stigmatizzando con "sorpresa ed indignazione il clima che si è creato" e sottolineando le difficoltà della categoria rispetto all’utilizzo del farmaco anglo-svedese. "La Fimmg ricorda a tutti che il medico di famiglia sta portando sulle proprie spalle il peso di tutto il quotidiano, che evidentemente non è solo Covid, ma è fatto di anziani fragili, di malattie croniche, in particolare quelle oncologiche, di forme acute, di visite domiciliari, di sempre più crescenti richieste di intervento per problematiche psicologiche e psichiatriche che purtroppo stanno prendendo il sopravvento in una situazione socio-economica senza precedenti. Spesso da solo – prosegue la nota – e senza l’ aiuto di quel personale infermieristico e di segreteria" che il sindacato "ha ripetutamente richiesto a tutti i livelli" e "appare, oggi più che mai, necessario".

I medici pur riconoscendo "le problematiche di una campagna vaccinale di massa da perseguire in tempi brevi e ristretti" ritiene "ingeneroso, ma soprattutto controproducente, in particolare non tenere nel debito conto le oggettive difficoltà della vaccinazione con AstraZeneca: il medico di famiglia in queste ore si trova sotto una pressione che sta diventando insostenibile, dovendo rispondere a tutti i dubbi e le paure e dovendo fare ricorso ad ogni possibile tecnica persuasiva e di rassicurazione nei confronti della maggior parte della popolazione chiamata a vaccinarsi" il farmaco al centro di decisioni contrastanti che si sono susseguite nelle settimane. "Tutto questo si traduce in richiesta di visite, di consulenze telefoniche (voce e messaggi), di mail, che nei fatti ostacolano e soprattutto ritardano il perseguimento dell’ obiettivo comune".

La Fimmg ricorda a tutti "i risultati" ottenuti "in tutte le campagne di vaccinazione proprio in virtù del rapporto di fiducia e di prossimità che lo lega ad ogni cittadino. Risultati che hanno collocato la nostra regione al primo posto nelle classifiche nazionali", aggiunge il sindacato.

I medici di famiglia si "impegnano a dare il massimo contributo ad una efficace ed efficiente campagna di vaccinazione di massa con l’obiettivo di raggiungere in fretta l’immunità di gregge" ma senza "bisogno di minacce, scadenze ed ultimatum".

Eri.P.