Mattia: "Il mio diario online contro la malattia"

Ventisei anni, giurista con la passione per il teatro: "Condivido con centinaia di followers la mia battaglia per dare forza a me e agli altri"

Mattia Passante

Mattia Passante

Perugia, 27 settembre 2020 - Un diario online per raccontare la malattia, quel tumore al cervello che gli ha cambiato i giorni e i progetti, ma che sta affrontando con un coraggio fuori dal comune. Mattia Passante, 26 anni, ha deciso di dare un senso alla più grande battaglia della sua vita: trasmettere agli altri la sovrumana forza che ha trovato dentro di sé.  

«I messaggi che ho ricevuto – spiega – mi hanno insegnato che l’approccio positivo con cui sto vivendo il cancro non è scontato. E se potessi essere utile anche a una sola persona, ne sarei felicissimo". Il Diario di Bordeaux ("il mio colore preferito") è una serie periodica di post su Facebook in cui Mattia annota le difficoltà e le aspettative di un percorso così arduo. Centinaia di persone seguono e commentano i suoi messaggi, ringraziandolo per la fiducia e l’ottimismo che sprigiona. "Voglio dire come stanno le cose, come si può combattere insieme senza paura e senza vergogna" "Tutto è iniziato nel maggio dello scorso anno – racconta –. All’improvviso ho avuto difficoltà a parlare: le parole le avevo in testa ma non uscivano. I medici hanno pensato a un esaurimento nervoso, perché negli ultimi due anni avevo fatto di tutto: la laurea in Giurisprudenza a Perugia, un programma per l’emittente dell’Università, Radiophonica, e poi corsi di teatro, di dizione e di mimo, tanto sport e le selezioni per entrare in Accademia teatrale".

Gli esami medici, però, dicono che c’è qualcosa di più: un glioblastoma di quarto grado, con una massa di 5 centimetri. Subito il ricovero e l’operazione, il 22 giugno 2019. Mattia, ragazzo pieno di interessi, tanti ricci scuri e un bellissimo sorriso, si trova di colpo in un’altra dimensione. Un mese a letto, incapace di parlare, una gamba e un braccio paralizzati. Poi la lunga riabilitazione e le terapie di chemio e radio. "Ora ho riacquistato la parola, ma ho ancora tanto lavoro da fare. La gamba l’ho recuperata, mentre manca ancora il movimento di una mano". Ad aiutarlo passo dopo passo, la famiglia e la fidanzata Ludovica, oltre al reparto di Neurochirurgia di Brindisi e al primario Francesco Romeo. "Non nascondo che è dura. Ci sono momenti di sconforto pieno, piango tanto. Quando ho saputo dell’aspettativa di vita per la mia patologia, da 1 a 5 anni, è stato terribile. Ma poi ho capito che sono solo stime, e la psicologa mi ha spinto a vivere, a non posticipare nulla".  

Questo mese si avvicinerà al sogno del teatro: inizierà a frequentare il Dams. "Sono molto eccitato e non vedo l’ora. Non mi arrendo: voglio aiutare chi non riesce ad affrontare la malattia e si abbatte". E quindi il diario, nato per raccogliere le idee di questa lunga strada. Fra i vari racconti, un manuale di eroismo e sensibilità. "Non mi riconosco ma mi riconoscerò – si legge nell’ultimo post –. Per fortuna mi è rimasto il sorriso". "Uno scalino alla volta – recita un altro –. Non importa quanto sarà lunga la salita: ci sarà sempre una discesa. Questo me lo ha insegnato Perugia". G. Landi