Scappellotti e offese ai bambini dell’asilo, suora a processo per maltrattamenti

In una materna dell’Altotevere rinvio a giudizio per una suora e una laica. Bimbi ‘confinati’ in stanze buie, scappellotti e offese per farli mangiare

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Perugia, 9 giugno 2021 -  A nulla sarebbero valsi i pianti dei piccoli alunni ‘confinati’ per punizione nei bagni o in stanze al buio, fino a piangere dallo sconforto. Imboccati ‘forzatamente’ fino ad avere conati di vomito, presi a scappellotti davanti al rifiuto del cibo e appellati con epiteti offensivi. È un ‘carnet’ dell’orrore quello ricostruito dalle indagini della procura di Perugia a carico di due maestre di una scuola materna dell’Altotevere che ieri mattina, in sede di udienza preliminare, sono state rinviate a giudizio dal gup Natalia Giubilei, mentre le difese – avvocati Flavio Grassini e Diego Duranti – avevano sollecitato per entrambe il non luogo a procedere.  

I reati contestati vanno dall’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina ai maltrattamenti e le vessazioni nei confronti dei bambini, otto le persone offese,sarebbero andati avanti fino a marzo 2020, quando la prima ondata di pandemia aveva costretto il Paese al lockdown e interrotto anche le attività scolastiche. In particolare, le due educatrici (una suora di 75 anni e una laica di 57) avrebbero irrogato punizioni eccessive ai bambini quali l’isolamento, l’attesa in piedi per lungo tempo anche nelle stanze buie ed esercitato pressione sulle mani dei piccoli con le forchette, fino a lasciare i segni sulla loro pelle. Ma anche tirate di orecchie e di capelli adottate come ‘forma punitiva’, scappellotti e nocchini’ per redarguirli quando si opponevano all’ingestione del cibo a loro sgradito o per aver fatto cadere i bicchieri.  

E poi le espressioni offensive, come ‘Ma quanto sei tonto, vergognati che l’anno prossimo vai a scuola’, rivolta a un piccolo alunno che aveva sbagliato a colorare un disegno, e appellando come ‘quell’handicappata’ una bimba disabile costretta ad allacciarsi le scarpe da sé. Tra gli elementi alla base dell’indagine che hanno portato nei mesi scorsi il pubblico ministero Massimo Casucci a chiedere il rinvio a giudizio, ci sono l’esposto presentato da una mamma e le dichiarazioni rilasciate di una dipendente della scuola materna dell’Altotevere.  

Il processo a carico delle due maestre protagoniste della vicenda, con il carico di accuse nei loro confronti, inizierà il prossimo 13 ottobre e sarà celebrato davanti al giudice monocratico. Quattro sono le parti civili, che si sono costituite con gli avvocati Delfo Berretti, Giuseppe De Lio e Daniela Casaccia. I legali delle maestre imputate, in una propria nota congiunta, da parte loro avevano sottolineato come "dopo 40 anni dedicati a far apprendere ai bambini l’importanza del rispetto della stima e dell’amicizia, le nostre assistite – si legge nel documento – sono profondamente amareggiate e affrante per le accuse che vengono loro mosse. Dopo aver insegnato a più di una generazione delle famiglie che hanno frequentato l’asilo, si sono viste additate da accuse totalmente infondate in ordine alle quali verrà fatta luce per far emergere la verità e dimostrare la correttezza e la bontà del loro operato".  

Valentina Scarponi