"Malamovida? Serve un sindaco della notte"

Per gestire il divertimento selvaggio c’è bisogno di nuove soluzioni. Secondo i cittadini ordinanze e bagni chimici non bastano

PERUGIA

La movida selvaggia genera anche degrado e sporcizia. "Dopo le notti brave – denunciano i residenti – la mattina le strade puzzano di urina e di vomito. L’acropoli è un campo di battaglia". Il Comune si barcamena a colpi di ordinanze antialcol e adesso gioca la carta dei bagni chimici. Questi provvedimenti sono la risposta al problema? Angelo Velatta (auto-esiliato pentito da Perugia): "I processi perversi non li fermi a colpi di ordinanze. Ma li fermi se elevi il dibattito. E non con gli strumenti ordinari. L’ antropologo Marcello Archetti fece uno studio sulla percezione degli spazi pubblici e di quelli privati. I centri commerciali sono lindi, il centro storico era invece un delirio. Bisognerebbe prendere ad esempio quello che è stato fatto in altre capitali europee per uscire da questo processo senza fine: nominare un sindaco by night, capace di modificare le dinamiche che fanno della notte un ciclo micidiale. Si sappia che la città del giorno non è quella della notte. Servono dunque strumenti diversi, soluzioni e politiche diverse per amministrarla. Quali sono gli spazi di Perugia e quale tipo di proposta può essere messa in piedi per uscire da questo usa e getta degli spazi pubblici? Facciamone un fatto culturale. Perugia ce li ha gli strumenti, ma non riesce più ad essere pensante". Primo Tenca, presidente della Società di Mutuo Soccorso. "Il nostro centro è in pieno degrado. Il problema di fondo? Quello delle licenze. Non si può dare la licenza a chi ha un metro quadro e da lì spara birre e alcolici. Stesso discorso per chi ha i generi alimentari che vende shottini ad un euro fino a tarda notte. Cosa offre la città ai giovani che vengono in centro?. Bere e consumare, niente altro. Se ci fossero altre proposte, forse si dedicherebbero ad altro". Ecco le considerazioni dell’architetto Mauro Monella: "il rude imperatore, Vespasiano da Rieti, molto abilmente aveva istituito una tassa per chi utilizzava l’orinatoio pubblico, contribuendo alla diffusione della cultura dell’igiene. La storia ci racconta che i soldi ricavati contribuirono alla costruzione del Colosseo. Perché allora non trarne ispirazione per far sì che un normale bisogno corporale possa contribuire a produrre ricchezza? Tra le altre cose, anche la pipì può diventare una risorsa innovativa: infatti è possibile trasformarla per produrre energia, fertilizzanti, combustibili e materiali da impiegare nell’edilizia. Nei paesi scandinavi lo stanno facendo. I Comuni lungimiranti puntano ad offrire servizi ben concepiti, strutturati e curati. Si affidano ai creativi per arricchire la scena urbana con servizi di avanguardia, guadagnando lecitamente soldi da reimpiegare per altre attività".

Silvia Angelici