Lorenzo riprende la strada Dopo la paura in Etiopia

Raffica di commenti sui social dove il ciclista dei record ha raccontato di essere stato arrestato: diociotto ore nelle mani di militari senza scupoli

Si è spaventato e lo ha detto chiaramente nel post con il quale ha raccontato a chi lo segue quelle drammatiche ore di arresto in Etiopia. Ha dovuto “rinunciare“ a 33 chilometri, raggiungendo il confine con il Sudan con un minibus, non il sella alla sua bici. Ma Lorenzo Barone, 25 anni di San Gemini, è pronto a riprendere la sua straordina avventura. Ovvero percorrere in bicicletta, in solitaria, la “strada“ più lunga possibile al mondo. Ventinovemila chilometri che separano il punto più a Sud dell’Africa (Capo Agulhas, in Sudafrica) con il punto più ad Est dell’Asia (Capo Dezhnev, in Russia). Un percorso lungo tre continenti, attraversando 12 paesi e altrettanti fusi orari. Con temperature che possono oscillare da +50° a -60°. Insomma qualcosa più di un’avventura.

"L’esperienza appena vissuta è stata la più brutta e spaventosa di tutte le mia avventure" ha raccontato Lorenzo sui social riguardo al suo arresto. Ha raccontato anche di essere stato fermato e portato “dal boss“ con i militari che "impugnavano gli AK-47 circondandomi a distanza e uno spingeva la bici". "Ho pensato “ok, è finita.”", ha scritto ancora Lorenzo sul post. Che è stato costretto a dormire per terra, in un edificio.

La situazione si è risolta il mattino successivo, quando "Abyot è arrivato e mi ha tirato fuori di lì. Abbiamo poi caricato la bici su un minibus e siamo andati diretti alla frontiera superando insieme i vari posti di blocco". E Lorenzo riparte dal Sudan. La strada è ancora lunga.