L’assalto dei cinghiali ormai è arrivato in città

L’ultimo caso è il passaggio devastante su un prato vicino a una casa. Ma già erano stati ’segnati’ il parco e alcuni orti

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I cinghiali sono arrivati anche nell’abitato urbano. Segnali evidentissimi del loro passaggio sono stati trovati nelle vicinanze dei giardini pubblici e degli edifici in disuso e degrado dell’ex ospedale Calai. Nel prato adiacente ad una casa singola di quella zona (foto), sono stati rilevati gli effetti della non gradita e preoccupante presenza, con la macchia scura prodotta dalla rimozione della cotica erbosa; sempre nell’area soprastante i giardini pubblici, c’è stata la presenza di cinghiali anche in qualche orto privato, nel quale gli animali selvatici sono riusciti a penetrare e ad apportare danni con le loro razzie. Probabilmente gli ungulati che raggiungono l’abitato urbano provengono dalla montagna soprastante, scendono alla ricerca di cibo. L’anno scorso furono protagonisti di un autentico disastro ambientale consumato sui prati della Valsorda e delle zone viciniori: sconvolsero letteralmente i terreni, producendo una sorta di aratura disordinata, sollevando la cotica erbosa alla ricerca di bulbi, e lasciando un’eredità di ferite pesanti in tutta l’area. Che poi è stata risanata con interventi ben gestiti, che sono riusciti a coprire le ferite più gravi. Ma anche lì qualche segnale della presenza di cinghiali si è rivisto, seppure molto più lieve ed episodico rispetto a quanto era avvenuto in passato. La presenza degli ungulati è stata notata anche in altre zone: nella scorsa estate, lungo la strada che conduce dal parco di San Guido alla zona delle sorgenti di Capodacqua, sono stati avvistati parecchi cinghiali, almeno 8 con diversi cuccioli al seguito, diretti verso valle. Gli enti locali conoscono la situazione: non a caso la Provincia ha installato dei dissuasori della fauna selvatica lungo la strada di San Pellegrino ed ultimamente nell’area di Schifanoia.

Alberto Cecconi