Lascia un milione ai poveri. Ma la nipote non ci sta

Battaglia per l’eredità di un’anziana signora che aveva donato tutto al Comune

Aumentano le persone e le famiglie in stato di povertà

Aumentano le persone e le famiglie in stato di povertà

Perugia, 16 settembre 2021 - Il testamento olografo lo ha ritrovato un parente in un cassetto. Un testamento da quasi un milione e mezzo di euro lasciati ai poveri del Paese. E sul quale ora si è aperta una diatriba tra il Comune di Corciano (beneficiario del lascito) e un parente dell’anziana donna. L’atto di citazione in Tribunale è arrivato in Municipio un paio di settimane fa: "Quella firma è apocrifa e quindi il testamento non è valido" è in sostanza la contestazione mossa da uno dei parenti della novantenne di Chiugiana che ha scritto che i suoi beni andassero ai poveri del paese.

Ma quali poveri? In base all’articolo 630 del Codice civile "le disposizioni a favore dei poveri e altre simili, espresse genericamente, senza che si determini l’uso o il pubblico istituto a cui beneficio sono fatte, s’intendono fatte in favore dei poveri del luogo in cui il testatore aveva il domicilio al tempo della sua morte, e i beni sono devoluti all’ente comunale di assistenza". In pratica sarà il Comune a disporne, che dovrà spenderli per il sostegno ai bisognosi. E così la Giunta del sindaco Cristina Betti non ha perso tempo: con due delibere, una di Giunta e una di Consiglio ha "incamerato" il lascito alla fine di luglio. Che però adesso è conteso con uno dei familiari.

Il testamento olografo dopo la morte della donna (che non aveva figli e il cui marito era scomparso qualche anno fa) è stato rinvenuto in un cassetto dell’abitazione da parte di uno dei parenti. L’anziana, molto conosciuta a Chiugiana e che nessuno sospettava fosse milionaria, viveva in un appartamento di un condominio a due passi dal borgo storico. E proprio i parenti che hanno rinvenuto il documento lo hanno consegnato a un notaio che a sua volta lo ha pubblicato nel pubblico "registro nazionale dei testamenti".

"Quando abbiamo scoperto che erede era l’amministrazione comunale – spiega l’assessore corcianese Francesco Mangano – ci siamo attivati con le banche e con l’amministratore di sostegno della donna. Il Tribunale ha nominato un curatore testamentario che si è messa in moto per le procedure di legge compresa l’individuazione di eventuali beneficiari che hanno diritto a una ’successione necessaria’ (che è prevista quando il testatore abbia disposto dei propri beni, ma senza rispettare i diritti garantiti dalla legge ai congiunti più stretti, a cui spetta sempre di diritto una quota di eredità)". Ma da poco però si è aperta la contesa: come detto è arrivato un atto di citazione di una parente che sostiene come la firma sia apocrifa (non vera), che il testamento non avrebbe quindi nessun valore, con richiesta di una perizia grafologica. Il Comune intanto accantonerà naturalmente il lascito e naturalmente non lo utilizzerà prima che la vicenda giudiziaria non sia risolta (la prima udienza è fissata a dicembre).

Michele Nucci