L’area a caldo dell’Ast riparte solo con una linea

I costi alle stelle di materie prime ed energia frenano la ripresa produttiva. Gli operai interessati dal fermo impiantistico svolgeranno attività formative

Caro-energia e prezzi delle materie prime alle stelle fanno ripartire una sola delle due linee produttive dall’area a caldo dell’Ast. Lo ha comunicato l’azienda ai sindacati, escludendo comunque il ricorso alla cassa integrazione, dopo la fermata estiva degli impianti che si è conclusa ieri, con la fine del mese. Per ora quindi torna in funzione una sola linea produttiva, nell’area a caldo di Acciai Speciali Terni. I delegati di fabbrica avevano chiesto delucidazioni sui volumi produttivi di settembre, dopo che il management del gruppo Arvedi ha dapprima convocato per ieri e poi rinviato già nella serata di martedì un incontro con le organizzazioni sindacali per discutere degli aggiornamenti sulle prospettive produttive, anche alla luce del caro energia. Non è solo il prezzo esorbitante dell’energia, comunque, a far ridurre la produzione: ancora più pesanti i rincari delle materie prime, del rottame e di nichel e molibdeno, materiali in molti casi provenienti anche da zone di guerra. A settembre si prevede una produzione di 88mila tonnellate di acciaio fuso. La situazione rimane in evoluzione: non è escluso infatti che l’area a caldo dell’acciaieria possa tornare a marciare a pieno regime. Qualche stop, invece, ,è previsto anche in un paio di impianti dell’area a freddo, mentre resta invariata l’attività per Centro di finitura, Società delle fucine e Tubificio. Il personale interessato dal fermo degli impianti sarà impegnato in attività di formazione o spostato temporaneamente in altri reparti. Oggi azienda e sindacati, come programmato da tempo, si incontrano per trattare il premio di prouzione; entro metà mese nuovo summit sul caro-prezzi e i suoi effetti sulla produzione.

Ste.Cin.