La ’ndrangheta torna a fare capolino in Umbria

Maxi-operazione di Finanza e Carabinieri nella Bergamansca: un arresto eseguito a Perugia nei confronti di un imprenditore calabrese

di Luca Fiorucci

Associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività di una nota cosca ‘ndranghetistica del crotonese, usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari. Sono questi i reati contestati a vario titolo a 33 persone arrestate dai carabinieri del comando provinciale e dalla guardia di finanza di di Bergamo che hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip di Brescia su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura bresciana.

In particolare, il provvedimento dispone la custodia cautelare in carcere o ai domiciliari nei confronti dei 33 indagati, il sequestro finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di oltre 6,5 milioni di euro. Le indagini hanno anche consentito di delineare, il presunto ruolo di alcuni professionisti che avrebbero “gestito“ una sistematica evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale con una serie di fatture false per 20 milioni di euro. Coinvolto anche un funzionario dell’Agenzia delle Entrate. False fatture, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, che sarebbe stata funzionale a “lavare“ i soldi proventi dell’attività illecita che gli investigatori riconducono alle ‘ndrine di Isola Caporizzuto.

Le indagini hanno portato gli investigatori ad eseguire perquisizioni in 12 province, tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Sardegna, Basilicata, Calabria e Umbria, in particolare Perugia. Nel capoluogo umbro, nello specifico, è stato eseguito anche l’arresto di un 37enne di origini calabresi a Perugia da una ventina di anni, che già l’anno scorso era stato perquisito dai carabinieri di Bergamo. Al 37enne, piccolo imprenditore, gli investigatori riconducono anche una seconda società che, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe fatto da “cartiera“, emettendo fatture per servizi e prestazioni mai svolte e, contribuendo, in questo modo a quel presunto "castello di carte" utilizzato per riciclare denaro. Sempre a Perugia è stata indagata un’altra persona, a piede libero Sempre nell’ambito delle indagini sulle false fatture, i riscontri investigativi hanno portato a evidenziare anche una presunta attività usuraria a danno di imprenditori in difficoltà.