La montagna come terapia contro il disagio

Il presidente del Cai Gian Luca Angeli: "E’ il nostro fiore all’occhiello. Un’esperienza che riesce a produrre benefici importanti in diverse patologie"

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Gli umbri amano la montagna. A dirlo sono i dati del Cai (Club Alpino Italiano) Umbria. Dopo la pandemia le otto sezioni della regione hanno segnalato un incremento del 24% degli iscritti rispetto al 2021; un risultato unico, visto che la media nazionale d’aumento è al 13%. "I numeri - dice Gian Luca Angeli, presidente del Cai Umbria -, ci dimostrano che la difficile situazione causata dalla pandemia in questi due ultimi anni non ha compromesso la vitalità delle sezioni umbre del Cai che hanno continuato a impegnarsi per la conoscenza e valorizzazione della montagna da un punto di vista tecnico, culturale, ambientale e sociale".

Qualche esempio?

"Senza nulla togliere alle altre attività che promuoviamo, il nostro fiore all’occhiello è la Montagnaterapia, offerta da ogni sezione territoriale insieme all’Asl di competenza. Riguarda l’organizzazione di attività in montagna per ragazzi portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità, i quali, al termine dell’esperienze provano molto giovamento".

Ma in generale qual è l’attività del Cai?

"Ci occupiamo di montagna a 360 gradi: escursionismo, speleologia, arrampicata, alpinismo, scialpinismo e così via. Ma non siamo solo questo, puntiamo anche sulla formazione degli operatori, istruttori e accompagnatori, in più offriamo attività esperenziali e corsi base che possono far avvicinare anche i neofiti al settore, proprio come è successo a me quando mi iscrissi nel 1994".

Parliamo di sicurezza.

"È il nostro emblema, in qualsiasi corso facciamo c’è sempre spazio per la sicurezza. Un dato che ci conforta è che lo scorso anno, il 94% degli interventi di soccorso alpino a livello nazionale non erano rivolti a soci Cai. Merito della loro istruzione: imparare ad andare in montagna in sicurezza è importantissimo".

Come ci si deve comportare? "Fondamentale è la progettazione. Bisogna saper ’tarare’ l’escursione sulle proprie capacità sia fisiche che tecniche. Devo sapere quali indumenti indossare, cosa devo portare nel mio zaino o come gestire un soccorso. Tutti aspetti che noi curiamo fin dai corsi base".

La stagione migliore per la montagna?

"In realtà tutte hanno qualcosa di bello e di unico. Ma autunno e primavera sono i periodi in cui i colori sono meravigliosi e le temperature ideali".

La siccità crea problemi?

"Assolutamente sì, abbiamo i bacini idrici che sono quasi asciutti. In estate si praticava il torrentismo, ora non più perchè nei torrenti non c’è scorrimento. Ma la cosa più angosciante è camminare d’estate nei boschi e vedere un paesaggio quasi autunnale".

Andrea Pescari