La ’’Casa dei padri separati’’ apre le sue porte

Sabato, a Montefalco, l’inaugurazione della struttura, realizzata dalla Caritas di Spoleto, per rispondere alla crescente emergenza sociale

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Una casa di accoglienza per padri separati, socialmente deboli ed economicamente in difficoltà. L’iniziativa della Caritas dell’arcidiocesi Spoleto-Norcia diventa realtà e ad inaugurare la "Casa patris corde" a Montefalco sabato primo maggio sarà l’arcivescovo Renato Boccardo che presiederà un momento di preghiera dinanzi all’altare di S. Giuseppe nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo. Con lui ci saranno, tra gli altri, don Vito Stramaccia parroco del luogo e don Edoardo Rossi direttore della Caritas diocesana.

Ha confermato la partecipazione la presidente della Regione dell’Umbria Donatella Tesei; ci saranno, poi, il sindaco Luigi Titta e altre autorità del luogo. Al termine, intorno alle 17 e 30, taglio del nastro e inaugurazione ufficiale della "Casa patris corde". Vogliamo dare un piccolo segno di vicinanza e di aiuto a quei padri che ora vivono il dolore di un amore ferito o terminato – afferma l’arcivescovo – si tratta di una struttura polivalente che, oltre ad offrire la possibilità di una soluzione abitativa adeguata, può essere luogo di incontro tra genitori separati e figli, luogo di ascolto e relazioni". La casa, situata in un edificio adiacente la chiesa parrocchiale di Montefalco, si sviluppa su due livelli. A piano terra ci sono cucina e soggiorno; al primo tre camere-alloggio con bagno e un salottino comune. Dopo aver tinteggiato le pareti e revisionato gli impianti, i volontari della parrocchia e della Caritas diocesana hanno provveduto a ripulirla ed arredarla. Un pittore di Montefalco, Oliviero Trombetti, ha realizzato l’immagine simbolo della casa, San Giuseppe con Gesù in braccio, ed ha donato alcune sue opere posizionate all’interno dell’abitazione. Possono presentare domanda i padri separati in possesso di alcuni requisiti, tra i quali: cittadinanza italiana, oppure di uno degli altri Stati membri dell’Unione Europea, oppure di un Paese extra Unione Europea purché il richiedente sia regolarmente soggiornante in Italia; residenza in uno dei Comuni dell’archidiocesi Spoleto-Norcia.

Una apposita commissione della Caritas diocesana esaminerà le richieste con punteggi in base all’Isee, al numero ed età dei figli e situazione occupazionale. La durata di permanenza e di alloggio nella struttura ha natura temporanea e transitoria per un periodo non superiore a 12 mesi. Per ulteriori informazioni e delucidazioni sul progetto o per fissare un appuntamento scrivere a [email protected] oppure chiamare lo 0743 220485.