Irpef, nell’anno della pandemia il reddito medio è cresciuto

Grazie all’alta presenza di lavoratori pubblici e pensionati, la dichiarazione procapite è salita di 100 euro

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La grande presenza di dipendenti pubblici e pensionati in Umbria fa sì che il reddito medio dichiarato al Fisco sia aumentato nell’anno più difficile di questo ventunesimo secolo. Il 2020 è stato infatti caratterizzato dallo tsunami della pandemia che ha bloccato a lungo l’economia mondiale con ripercussioni macro e micro economiche. E così se il totale dei redditi dichiarati è stato inferiore di 200milioni in Umbria (12,5 miliardi rispetto a 12,7), il reddito medio pro-capite ha subìto alcuni incrementi.

Come si spiega? Dal punto di vista matematico ci sono stati meno contribuenti e quindi un montante inferiore, ma l’analisi di coloro che sono rimasti nel mercato del lavoro ha bilanciato il tutto con un aumento degli importi dichiarati al Fisco. L’andamento quindi non è stato proporzionale e i contribuenti sono

passati da 631.669 del 2019 ai 624.903 del 2020. Le dinamiche che guidano i redditi Irpef sono complesse è vero, ma determinante è la differente struttura socio-economica dei territori.

I blocchi a ripetizione delle attività dalla primavera del 2020 in poi hanno colpito soprattutto autonomi e dipendenti privati, ma gli stipendi di dipendenti pubblici e pensionati sono invece rimasti al riparo dalla crisi e

lo stesso è accaduto alle pensioni di invalidità. In buona sostanza la garanzia dello stipendio o della pensione pubblica ha fatto sentire meno l’effetto del Covid: e dato che un lavoratore su 6 in Umbria dipende dallo Stato e che i pensionati sono ben 327 mila (su 865mila residenti), ecco spiegato un ritocco all’insù del reddito medio annuo per persona.

Di quanto parliamo? 117 euro annui in provincia di Perugia e di 89 a Terni. Nelle dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate i ternani hanno infatti dichiarato un reddito complessivo di 20.796 euro nel 2020, contro 20.885 del 2019; discorso simile nella provincia perugina con 22.443 euro saliti a 22.326. Un ulteriore spiegazione del fenomeno è quella che nell’anno pandemico i dipendenti pubblici sono aumentati del 3,1 per cento (1.601 unità), arrivando a quota 53.304 e pari così al 14,4% dei lavoratori (uno ogni sei appunto). Più di seimila (6.345) invece coloro che nel privato hanno perso il posto nel privato: i lavoratori dipendenti del settorie sono comunque oltre 280mila e rappresetano più della metà del totale (53,2 per cento).

Quanto alle pensioni in Umbria nel 2021 sono aumentate di circa tremila unità: sono infatti 327.483 nel settore privato, con un aumento di 2.753 (+0,85%). Quelle del pubblico, invece, sono salite a 51.122 , con un aumento di 488 (+0,96%). Gli importi complessivi pensionistici in Umbria risultano ancora comunque più bassi della media nazionale.