Palamara e le cene segrete, le accuse: "Una pizza tutti insieme per spartirsi le procure"

Le chat depositate in procura a Perugia nell'ambito dell'inchiesta per corruzione

Luca Palamara (Ansa)

Luca Palamara (Ansa)

Perugia, 28 maggio 2020 - «Mercoledì organizziamo cenetta da me ore 21 solito gruppo ristretto e riservato, ti aspetto». Il solito gruppo sono Luca Palamara, ex consigliere del Csm, numero uno di Unicost, il deputato renziano Cosimo Ferri (ex magistrato) e due consiglieri all’epoca in carica a Palazzo dei Marescialli, Corrado Cartoni e Antonio Lepre, entrambi di Magistratura indipendente, la corrente conservatrice e moderata delle toghe che si dimetteranno in seguito allo scandalo sul cosiddetto ’mercato delle toghe’.

Le ’chat’ di Palamara, depositate dalla procura di Perugia nell’ambito dell’indagine per corruzione, continuano a ’parlare’, facendo emergere le trame per indirizzare le nomine negli uffici giudiziari di tutta Italia e il sottobosco di relazioni di cui godeva Palamara. Nei messaggini whatsapp ci sono proprio tutti: dagli auguri del numero uno dei Servizi, il generale Luciano Carta alle richieste di informazioni dell’ex capo della polizia Alessandro Pansa.

Da Maria Elena Boschi e Marco Minniti. Da Giovanni Nistri a Mario Parente e Tullio Del Sette. E poi cantanti (Claudio Baglioni e Antonello Venditti), attori come Raoul Bova e Anna Kanakis, e giornalisti. Parecchi. Alcuni contatti sono amici, altri conoscenti ai quali Palamara dissemina complimenti e auguri.

Altri invece si rivolgono a lui per interventi e consigli. Alcune chat sono spianate, come quella con l’imprenditore Fabrizio Centofanti. Ma torniamo agli incontri segreti. E’ il 5 gennaio 2019, 4 mesi prima che la riunione notturna dell’8 maggio 2019 in un albergo della capitale, intercettata grazie al trojan, restituisse all’opinione pubblica gli accordi per decidere le sorti delle procure più importanti della capitale.

Niente di male? Bè a quella riunione c’erano consiglieri del Csm in carica, insieme ad estranei: Palamara, Ferri e addirittura quel Luca Lotti, ex ministro indagato, proprio da Roma per l’affaire Consip. Ma dalle chat emerge che gli incontri riservati c’erano da un pezzo.

Se è vero, come è vero, che Cartoni propone di «estendere riunioni casa Palamara Loredana. Secondo me andrebbe fatto». La Loredana che il gruppetto vorrebbe coinvolgere potrebbe essere Loredana Miccichè, che però – avvertono – «basta che non lo dica a nessuno».

Dalla cena si passa al dopo cena: «Così risolvo problema con procuratore Venezia che mi vuole a cena e non posso portarlo», spiega il solito Ferri. «Facciamo tutti insieme altrimenti è un casino a parlare». All’epoca il trojan non era attivato ma facile che gli incontri riservati non servissero per decidere la prossima nazionale magistrati di calcio se dovevano restare segreti.

Il 22 gennaio Ferri propone: «Ma Lotti lo portiamo?». «Ti chiamo tra 5 minuti», taglia corto Palamara. Incontri così segreti da costringere Palamara a chiedere a moglie e figli di lasciargli casa libera: «Senti ti volevo dire, domani sera (è un’intercettazione del 17 aprile 2019, ndr) se faccio una cosa ristretta da me non è che potete usci tutti?».

Messi alla berlina fino alle 23.30. La moglie prova a protestare: «Basta che non entr... scusa Luca ma io fino alle undici e mezzo che faccio da mia sorella...». Per la cena segreta... pizza. «Che si può fare di pronto, senza pagà tanto...», chiede alla donna Palamara. Fino al fatidico 8 maggio.

Palamara scrive: «Come rimaniamo?». E Ferri: «Hotel champagne via principe Amedeo 82». Sono le 23.29 Palamara whatsappa: «Stiamo arrivando tutti». E’ la sera prima della fine.