Infortuni e morti bianche Il lavoro fa meno paura

I dati del Rapporto Inail analizzano il trend degli ultimi cinque anni . I settori più colpiti: industria e servizi. Il lockdown frena gli incidenti

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Infortuni sul lavoro: in Umbria nell’ultimo quinquennio calano i fenomeni infortunistici (-5%) e le morti bianche (-34%). Ma ecco i dati del rapporto Inail, con la mappa dei comparti. La maggioranza degli infortuni (88%) è avvenuta all’interno delle aziende, negli opifici e negli uffici, mentre il restante 12% è registrato in itinere, ossia nel tragitto casa-lavoro e viceversa. A livello di gestioni nell’ industria e nei servizi avviene circa il 73% degli infortuni, seguite dal conto stato (19%) e dall’ agricoltura (8%). Per quanto concerne i casi mortali la situazione è analoga: il 63% avviene durante lo svolgimento delle proprie mansioni che riguardano soprattutto il settore dell’industria (68%).

Quest’anno, considerata l’eccezionalità degli eventi connessi alla diffusione dell’infezione da coronavirus, nel Rapporto sono esposti anche i principali dati delle denunce di infortunio da Covid-19 avvenuti nei primi mesi del 2020. A livello regionale i casi denunciati dall’inizio della pandemia fino al 30 settembre 2020 sono stati 202, di cui 3 eventi a carattere mortale. La maggioranza dei casi riguarda il genere femminile (61%) e la fascia di età prevalentemente colpita è quella tra i 50-64 anni (52%). Tra i principali settori, di cui alla codifica Ateco, più colpiti troviamo quello della sanità e assistenza sociale (61%) e relativamente alle professioni esercitate le più coinvolte sono quelle dei tecnici della salute (41%) e dei medici (17%). "I primi dati dell’anno in corso - sottolinea il direttore regionale Alessandra Ligi - sebbene non ancora consolidati, esprimono un trend del fenomeno infortunistico in forte riduzione, collegato soprattutto alla fase di lockdown produttivo di marzo-aprile e conseguente alle complessive misure restrittive imposte dall’attuale emergenza sanitaria".