Immunizzato l’1,69% degli umbri I medici: "Perché non ci sono dosi?"

Il direttore Dario a Roma da Rezza: promessa di più vaccini e sperimentazione per le monoclonali. La Fondazione Gimbe: "Preoccupano i ritardi nella somministrazione di AstraZeneca"

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Da prima regione nelle vaccinazioni l’Umbria è diventata fanalino di coda d’Italia. L’analisi sull’andamento della campagna è stata realizzata dalla Fondazione Gimbe secondo cui "la percentuale della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 1,69%" e quindi terz’ultima in classifica quando la media nazionale si attesta sul 2,25. In testa ci sono Bolzano e la Valle D’Aosta rispettivamente al 4,17 e 3,4%. Sopra la media anche Emilia, Friuli, Liguria e Lombardia. Dopo l’Umbria solo Abruzzo e Sardegna.

Situazione analoga negli over 80: quelli che hanno completato il ciclo sono pari al 2,6% (la media è 2,9) con punte in Valle D’Aosta del 6,1%, a Trento del 7 e a Bolzano addirittura del 26%. Bene – sopra il 4% – e Molise, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. La prima dose invece è stata somministrata circa al 12% dei soggetti. Ancora più complessa la situazione per la somministrazione di AstraZeneca. Per Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari preoccupa la "frenata" sul fronte delle somministrazioni, "per difficoltà organizzative legate all’avvio della vaccinazione di massa". "E’ stato somministrato solo il 14% delle dosi di AstraZeneca, destinate a persone “fuori” da ospedali e Rsa come insegnanti e forze dell’ordine", è spiegato. Notevoli le differenze regionali: se Toscana (64%), Valle d’Aosta (41,2%), P.A. di Bolzano (37,6%) e Lazio (25%) hanno iniettato almeno un quarto delle dosi consegnate da AstraZeneca, 5 Regioni – tra cui l’Umbria – non hanno nemmeno iniziato, partiranno sabato con gli insegnanti mentre sull’Università c’è stato il dietrofront perché non facevano parte del comparto e avevano un altro canale.

Sul nodo-vaccini interviene la presidente dell’ordine dei medici di Perugia, Verena De Angelis: "Non capisco come all’Umbria, che ha la popolazione più anziana d’Italia dopo la Liguria, sia stato distribuito un numero di dosi di vaccino pro capite che è il più basso d’Italia. L’ho chiesto anche alla Regione. Nessuno mi dà una spiegazione", è la denuncia della De Angelis. "Avremmo la necessità di vaccinare al più presto più persone possibile. Ma abbiamo soltanto 474 dosi per 10mila abitanti quando la media italiana supera i 610". Proprio ieri Claudio Dario ha avuto un incontro a Roma con Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero avrebbe assicurato sostegno sia per l’ulteriore quota di vaccini chiesti (50mila dosi) che sull’avvio della sperimentazione delle monoclonali che potrebbe partire a metà marzo. Problemi anche sul fronte dei medici di base chiamati a vaccinare gli ultraottantenni fragili a domicilio. A loro spetteranno 300 fiale – è stato detto nel corso di un incontro on-line – a fronte di 800 sanitari. Tanto che i camici bianchi sembrano debbano dividersi le 10 dosi di Moderna dentro a ciascuna fiala.

Erika Pontini