Altri 40 immigrati a Monteluce. "Ma servono spazi per le famiglie"

Polemica sulla scelta di Ater di ampliare i locali in via del Favarone

Il caso-immigrati riguarda anche Monteluce

Il caso-immigrati riguarda anche Monteluce

Perugia, 22 giugno 2018  – L’immobile di proprietà dell’Ater di via del Favarone, contiguo ai locali destinati alla protezione di richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), verrà destinato all’ampliamento di accoglienza degli immigrati, che attualmente copre le esigenze di 27 persone e che così arriverà a un totale di 65: è quanto emerso nell’audizione in Terza commissione del Consiglio regionale, dell’assessore alle Politiche per la casa Giuseppe Chianella, dell’assessore comunale ai Servizi sociali Edy Cicchi.

I responsabili dell’Ater, titolare dell’immobile che è stato riconsegnato nel 2014 all’ente edilizio dall’Adisu, hanno scelto d’intesa con il Comune di effettuare i lavori di manutenzione con destinazione «Sprar», già presente nelle vicinanze e gestito dalla cooperativa sociale Perusia onlus, anziché trasformare l’immobile in case per famiglie, una soluzione che avrebbe comportato una spesa di almeno un milione e mezzo di euro, mentre per la soluzione rivolta agli studenti sono sufficienti circa 250mila euro. Cicchi ha detto che si è arrivati a questa soluzione «dopo aver rilevato che il precedente sistema di accoglienza in case e appartamenti aveva fatto emergere difficoltà da parte dei soggetti gestori (la cooperativa sociale) e si è pensato anche di individuare un luogo che evitasse situazioni di conflitto sociale».

Secca la replica del consigliere regionale civico Sergio De Vincenzi. «Intanto per bocca della Cicchi è stato ammesso ciò che dal 2015 è stato sempre negato – ha detto – e cioè che la concentrazione di numerosi immigrati all’ostello di Ponte Felcino, come per altro di strutture analoghe, ha generato problemi sia di gestione interna che nel contesto cittadino, suggerendo così di orientarsi verso un modello di accoglienza diffusa sul territorio. Ora, dopo una fase di accoglienza diffusa scopriamo che, visto che a via del Favarone si destinano a questo scopo ulteriori 40 posti nella struttura dell’Ater. I rappresentanti della cooperativa inoltre hanno parlato anche di progetti per genitori separati che, trovandosi in difficoltà economica, hanno bisogno di alloggi, che comunque non saranno quelli di via del Favarone. Ma allora perché non mettere insieme la proposta di legge del consigliere Smacchi, che prevede uno stanziamento a pioggia per i genitori separati e dare la possibilità all’Ater di ristrutturare l’edificio di via del Favarone?».