Omicidio Ilaria Alpi: da Firenze nuove intercettazioni. Si valuta alla riapertura del caso

Il nome della giornalista uccisa a Mogadiscio viene fuori in intercettazioni, in possesso della procura di Firenze, su un traffico di camion dismessi dell'Esercito Italiano verso la Somalia

Ilaria Alpi (foto Ansa)

Ilaria Alpi (foto Ansa)

Perugia, 17 aprile  2018 - Nuovi documenti, sin qui inediti, potrebbero riaprire l'inchiesta sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin assassinati a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. La Procura di Roma, che la scorsa estate ha presentato la richiesta di archiviazione nel procedimento contro ignoti su autori e mandanti del duplice omicidio e sul depistaggio, ha depositato alcune intercettazioni risalenti al 2012, ma trasmesse a piazzale Clodio solo di recente dalla Procura di Firenze nell'ambito di un altro diverso procedimento, tra soggetti somali residenti in Italia che dicevano la loro sull'agguato costato la vita alla giornalista Rai e all'operatore tv.

Il materiale trasmesso a Roma dalla procura di Firenze fa parte di un'inchiesta slegata al caso Alpi, si tratta infatti di un indaginerelativa a un traffico di camion dismessi dell'Esercito italiano verso la Somalia. E' qui che vi è l'intercettazione in cui gli indagati fecero anche riferimento alla giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio insieme a  Miran Hrovatin.

Il gip Andrea Fanelli, che dovrà decidere se archiviare o meno il procedimento, ha aggiornato la discussione all'8 giugno prossimo anche all'esito della documentazione prodotta dal legale della famiglia Alpi, l'avvocato Carlo Palermo, l'ex giudice istruttore di Trento protagonista di una delle più grandi indagini sul traffico di armi (e poi di droga) in Italia, bruscamente interrotte nel 1985 quando il magistrato rischiò di perdere la vita nella strage di Pizzolungo, nel Trapanese. Nel frattempo, gli atti provenienti da Firenze saranno esaminati dal Procuratore Giuseppe Pignatone e dal pm Mariarosaria Guglielmi.

"Prendo atto che oggi la Procura di Roma ha prodotto una nuova documentazione su questa vicenda - ha detto Luciana Alpi, mamma di Ilaria, al termine della camera di consiglio fissata davanti al giudice Andrea Fanelli -. Non voglio fare alcun commento, perché mi sono illusa troppe volte. Il gip ha fissato una nuova udienza per la discussione e noi faremo di tutto perché questa inchiesta non finisca in archivio. Da troppo tempo siamo in attesa di una verità che non arriva. Andiamo avanti insomma, anche se sono stanca".

«Sono venuto qui oggi per dare sostegno a Luciana, la mamma di Ilaria Alpi, e per avere giustizia dopo tanti anni. Luciana e il papà di Ilaria, Giorgio, mi hanno sempre aiutato e hanno sempre sostenuto la mia innocenza, fin dal primo giorno». È quanto detto da Omar Hashi Hassan, il somalo che ha scontato da innocente quasi 17 anni di reclusione dei 26 inflitti per duplice omicidio, che oggi ha partecipato al sit in svolto fuori il tribunale di Roma in concomitanza dell'udienza davanti al gip. Nei giorni scorsi Hassan ha ottenuto in via equitativa dalla Corte di Appello di Perugia un risarcimento di 3,1 milioni per «errore giudiziario».

«La famiglia Alpi - ha raccontato - chiese da subito che venissi scarcerato, perché era convinta della mia innocenza, e mi è stata vicina fino all'assoluzione. È giusto che anche lei abbia giustizia e che l'inchiesta non venga archiviata, e io voglio essere al suo fianco». In riferimento al risarcimento, Hassan ha spiegato che «i tempi saranno lunghi perché come dice il mio avvocato Tonino Moriconi, il ministero della Giustizia deve prevedere un accantonamento ad hoc di questa somma».