Omicidio Ilaria Alpi: da Firenze nuove intercettazioni. Si valuta la riapertura del caso

Il nome della giornalista uccisa a Mogadiscio viene fuori in intercettazioni, in possesso della procura di Firenze, su un traffico di camion dismessi dell'Esercito Italiano verso la Somalia

Ilaria Alpi (foto Ansa)

Ilaria Alpi (foto Ansa)

Perugia, 17 aprile  2018 - Nuovi documenti, sin qui inediti, potrebbero riaprire l'inchiesta sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin assassinati a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. La Procura di Roma, che la scorsa estate ha presentato la richiesta di archiviazione nel procedimento contro ignoti su autori e mandanti del duplice omicidio e sul depistaggio, ha depositato alcune intercettazioni risalenti al 2012, ma trasmesse a piazzale Clodio solo di recente dalla Procura di Firenze nell'ambito di un altro diverso procedimento, tra soggetti somali residenti in Italia che dicevano la loro sull'agguato costato la vita alla giornalista Rai e all'operatore tv.

Il materiale trasmesso a Roma dalla procura di Firenze fa parte di un'inchiesta slegata al caso Alpi, si tratta infatti di un indaginerelativa a un traffico di camion dismessi dell'Esercito italiano verso la Somalia. E' qui che vi è l'intercettazione in cui gli indagati fecero anche riferimento alla giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio insieme a  Miran Hrovatin.

Nel procedimento fiorentino, coordinato dal pm Giuseppina Mione, sono indagate 15 persone: per quattro, tutti somali, è stato chiesto il processo. Il gip di Roma, alla luce di questa novità e anche per una serie di documenti depositati dai legali della famiglia Alpi, ha aggiornato il procedimento al prossimo 8 giugno. Nelle prossime settimane i pm lavoreranno sulle nuove carte in possesso al fine di individuare possibili nuove piste investigative anche su presunti depistaggi legati alla vicenda del falso testimone Ahmed Ali Rage, detto Gelle.

Quest'ultimo in un primo momento aveva accusato un miliziano somalo, Omar Hashi Hassan, (condannato a 26 anni e poi assolto nella revisione del processo svoltasi a Perugia) per poi ritrattare tutto. Sulla ipotesi di eventuali svolte investigative resta scettica Luciana Alpi, la mamma di Ilaria, che era presente oggi in tribunale. «Prendo atto che la Procura di Roma ha prodotto una nuova documentazione su questa vicenda. Non voglio fare alcun commento, perchè mi sono illusa troppe volte - ha detto - Noi faremo di tutto perchè questa inchiesta non finisca in archivio. Da troppo tempo siamo in attesa di una verità che non arriva. Andiamo avanti insomma, anche se sono stanca».

In contemporanea con l'udienza, davanti alla cittadella giudiziaria, è stato organizzato un sit in cui hanno aderito, tra gli altri, Fnsi, Ordine dei Giornalisti, l'Usigrai e i Comitati di redazione della Rai. Tra i presenti lo stesso Hassan, che ha scontato da innocente quasi 17 anni di reclusione. «Sono venuto per dare sostegno a Luciana, la mamma Ilaria, che cerca di avere giustizia dopo tanti anni. La famiglia Alpi chiese da subito che venissi scarcerato, perché era convinta della mia innocenza, e mi è stata vicina fino all'assoluzione. È giusto che anche loro abbiano giustizia e che l'inchiesta non venga archiviata, e io voglio essere al suo fianco». Alcuni giorni fa Hassan ha ottenuto dalla Corte d'Appello di Perugia un risarcimento di oltre tre milioni di euro per «errore giudiziario». «La coscienza del Paese chiede che il caso Ilaria Alpi non sia archiviato e gli elementi nuovi emersi questa mattina rafforzano questa esigenza», ha detto il deputato del Pd Walter Verini, che ha partecipato al presidio a Piazzale Clodio.