Il virus spazza via il Centro dentistico dei bimbi

Il servizio all’Azienda ospedaliera di Perugia è chiuso dall’inizio del primo lockdown. Il professor Cianetti: "Siamo fermi senza motivo"

Migration

Il Centro odontostomatologico universitario, attivo da dieci anni dentro l’Azienda ospedaliera di Perugia che cura centinaia di persone, soprattutto bambini (che pagano solo il ticket) ma anche adulti con problemi socio-sanitari, non ha mai più riaperto, dopo il primo lockdown provocato dal virus nel 2020.

"Ho chiamato, scritto mail, fatto volantini ma non si è mai mosso niente", dice Claudia, una delle mamme che si rivolgevano al dentista pubblico per il figlio. "Mio figlio ha un prolblema, per intervenire ci vogliono circa mille euro. Se uno non ha i soldi, come fa?". Il suo grido - denuncia ora - è rimasto ascoltato.

E anche quello del responsabile del servizio, il professor Stefano Cianetti che ha scritto un post su Facebook per segnalare l’inattività del Centro con ricadute su pazienti e sugli studenti: "Le nostre attività assistenziali che svolgiamo nel sistema sanitario pubblico sono ferme ormai da più di un anno - scrive - senza una reale motivazione che giustifichi questa inoperosità, almeno apparente".

La storia dell’ennesimo problema sul fronte sanitario parte nella primavera scorsa con il primo lockdown e il blocco immediato delle cure dentistiche considerate a rischio proprio per l’alto utilizzo di nebulizzazioni che possono diffondere il Covid, ma poi si trascina fino ad oggi. Quando in Umbria gli studi dentistici hanno riaperto in sicurezza ormai da tempo, oggi siamo in zona bianca e ma il Centro è rimasto sbarrato per mancanza di spazi. Al suo posto è stato collocato l’hub vaccinale e i bimbi si sono ritrovati senza più il dentista pubblico nonostante la previsione fosse quella di ampliare da quattro a sette le postazioni e, adesso, è allo studio la possibilità di finanziare visite a domicilio grazie a un progetto con Unipg. Una questione già finita prima sul tavolo dell’ex commissario Antonio Onnis e poi dell’attuale direttore generale Marcello Giannico e del direttore del Dipartimento, Vincenzo Talesa ai quali - nei giorni scorsi - è stata recapitata anche una formale lettera di diffida in cui si sollecita l’individuazione di spazi per poter riaprire il servizio. Tra le ipotesi inizialmente al vaglio - proposte dagli stessi Cianetti e Lomurno - quella di utilizzare per alcuni pomeriggi gli ambulatori del collega almeno per far fronte ai controlli ‘saltati’ da oltre un anno e alle emergenza-urgente. Nel frattempo Cianetti ha anche pubblicato uno studio per intervenire sui bimbi a ‘bassa contaminazione’ senza l’utilizzo di turbine e nebulizzazioni.

"Nel Centro che dirigo abbiamo sempre dato molto spazio ai bambini, alcuni anche con problemi, proprio perché è un servizio carente sul territorio" conferma il professor Cianetti. Grazie al lavoro degli specializzandi è stato somministrato un questionario per chiedere alle famiglie dei circa 150-160 bimbi le condizioni di salute e se sarebbero tornati al ‘Centro’.

Eri.P.