"Il nostro vino? Identità non precisa"

Focus del Consorzio sul prodotto: "Molto migliorato nella qualità, ma ancora stenta a imporsi sui mercati"

Un vino prestigioso, ma con una identità ancora troppo sbiadita e che deve trovare una sua strada per giungere ad una piena affermazione sui mercati nazionali ed internazionali. Sono le conclusioni a cui è giunto il convegno, chiamato “l’Orvieto allo specchio“ organizzato al Palazzo dei congressi, a cui hanno preso parte importanti referenti della grande distribuzione, associazioni di categoria, giornalisti, influencer, blogger ed esperti nella comunicazione del vino. "L’Orvieto allo specchio ha voluto essere un momento per condividere le esperienze, per ascoltare come il nostro vino viene percepito fuori dai confini locali e soprattutto per elaborare nuove proposte ed eventuali piani di sviluppo", hanno spiegato Giulia Di Cosimo ed Enzo Barbi, produttori e membri del consiglio del Consorzio Tutela Vini di Orvieto che ha organizzato l’evento nell’ambito della seconda edizione di “Orvieto città del gusto, dell’arte e del lavoro“.

Il quadro che è emerso è quello di un vino che negli anni è sicuramente migliorato molto in termini di qualità del prodotto, ma che continua a fare grande fatica a imporsi sui mercati che contano, sia nazionali che internazionali. Il convegno, moderato da Pino Strabioli , ha soprattutto messo in luce la "non precisa identità" dell’Orvieto e quindi anche la difficoltà di comunicare adeguatamente il prodotto all’esterno. Tra i relatori anche il presidente del comitato scientifico del Consorzio, Riccardo Cotarella, che ha più volte invitato i produttori "a lavorare in maniera coesa per offrire un’immagine forte del nostro vino e soprattutto per raccontarlo al meglio".

"Sono convinto - ha sottolineato - che il futuro del vino di Orvieto è meno grigio di quanto oggi si possa immaginare e questo grazie anche ai tanti giovani produttori che abbiamo sul territorio e all’interno del Consorzio Vini di Orvieto. Produttori giovani che lavorano con competenza, amore e passione e questo, ne sono certo, porterà l’Orvieto nei posti che merita. Con questo convegno il Consorzio credo che abbia in qualche modo voltato pagina. Quello che viviamo non è più il tempo delle piccole rivalse o delle divisioni. I mercati corrono veloci e vince chi sa presentarsi con una denominazione forte e identitaria, per poi comunicarla con i canali giusti".

Cla.Lat.