Il M5S resta al tavolo e ridà le carte "In Umbria siamo più vivi che mai"

Thomas De Luca: "Dai nostri alleati in Regione non accetteremo ambiguità"

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Il “terzo polo“ in Umbria è del M5S. Un 12,5 per cento che pone il partito di Giuseppe Conte sotto solo al centrodestra “pigliatutto“ e al centrosinistra “timido“ uscito dalle urne. Terza anche come forza politica, quella pentastellata, per preferenze: prima di lei solo FdI e Pd. Rispetto alle precedenti politiche il M5S arretra, sì, ma per come era partito all’inizio della campagna elettorale il risultato non può che essere considerato positivo. E Thomas De Luca (nella foto), consigliere e coordinatore regionale, si toglie più di un sassolino dalle scarpe: "Ci avevano dato per morti. Lo hanno ripetuto a reti unificate, incessantemente. Una campagna denigratoria durata quattro lunghi anni. Un’azione sistematica che in Umbria ha colpito in primo luogo gli ultimi: anziani, persone con disabilità e bambini marchiati come ’furbetti’ del Reddito di Cittadinanza".

"Il M5S in Umbria è più vivo che mai e oggi qualcuno dovrebbe avere il pudore di chiedere scusa -aggiunge ancora De Luca – . Le difficoltà ci hanno permesso di selezionare una vera classe dirigente. Abbiamo lasciato andare alcuni (senza rancore) e abbiamo avuto modo di misurare chi è rimasto quando c’era bisogno. Questo risultato ha il nome e il cognome di chi ci ha creduto anche nei momenti più bui. Il ringraziamento più grande lo rivolgiamo al presidente Giuseppe Conte che ci ha (ri)dato orgoglio, coraggio e speranza. Grazie a lui e a ogni singolo attivista della nostra comunità proseguiremo la nostra azione politica con tenacia, al fianco dei cittadini e dei territori".

In ottica umbra il voto, pur nazionale, che impatto ha?

"E’emblematico che la presidente della Regione sia rappresentante di una forza politica all’8% – sottolinea De Luca – . Per quanto riguarda la coalizione del centrosinistra che sostenne Bianconi, bisogna capire cosa si vuol fare. Se c’è un programma comune, noi portiamo avanti l’impegno preso con i cittadini. Ma se quel programma viene rotto, a partire dal piano dei rifiuti, si rimette tutto in discussione, comprese le future partite a livello territoriale. Insostenibile e irricevibile l’ambiguità su determinate posizioni: l’inceneritore, il negazionismo ambientale, la privatizzazione dell’Asm a Terni e dei servizi pubblici in genere".

Stefano Cinaglia