Il gestore dello storico hotel Virgilio "Dopo 11 anni costretto a chiudere"

L’amarezza di Davide Melone titolare della struttura che sorge a pochi metri dal Duomo di Orvieto.

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di Claudio Lattanzi

"Dopo undici lunghi anni mi sto apprestando a chiudere l’attività per cui ho speso tante energie ma che allo stesso tempo mi ha dato molto". C’è una vena di forte amarezza nelle parole con cui Davide Melone ha deciso di rendere nota la decisione di scrivere la parola "fine" sul lungo periodo che lo ha visto gestire una delle strutture-simbolo della città turistica come l’hotel Virgilio. Un tre stelle di alto livello, famoso per la qualità del servizio riservato agli ospiti, ma soprattutto per essere l’unico albergo presente in piazza Duomo. Una posizione di privilegio che, nel corso dei decenni anche con le precedenti gestioni, aveva trasformato lo storico albergo in un luogo frequentato e molto amato anche da personaggi del jet set oltre che da migliaia di persone affascinate dalla possibilità di addormentarsi e risvegliarsi di fronte ad una della cattedrali più belle e famose del mondo, godendo di una vista straordinaria. La mancanza di turisti stranieri sta colpendo anche ad Orvieto le strutture di alto livello il cui calo di clientela non può essere compensato dai flussi turistici locali. Come in tutte le città d’arte italiane, anche ad Orvieto a soffrire maggiormente la crisi del post emergenza sono soprattutto gli hotel, in particolare quelli di maggior prestigio. I bed and breakfast che hanno costi infinitamente minori, se la cavano meglio anche qui e stanno accusando meno l’eccezionalità del momento. Per Davide Melone il Virgilio è stata anche una bella esperienza umana.

Come mai questa decisione? Crisi diventata insostenibile?

"Si è trattato di un insieme di fattori chiaramente che hanno influenzato la mia scelta e quella della mia famiglia. Ringrazio tutto il personale con cui ho collaborato e che ha dimostrato massima affidabilità, professionalità e al quale sarò sempre grato per aver dato lustro ad un’attività che sicuramente poteva godere di una posizione invidiabile, ma come spesso accade e si dice, gli imprevisti sono difficili da prevedere".

Una struttura come la sua è anche una vetrina per la città che ora rischia di perdere un proprio simbolo.

"Il detto del “chiusa una porta si apre un portone” mi spinge ad aver fiducia nel futuro, come sempre, con molta serenità e con lo sguardo rivolto in avanti. Abbiamo trattato l’hotel Virgilio come fosse casa nostra e in effetti lo è stata per tanti anni. Quanto era bello quando gli agenti di Booking venivano a trovarci e ci confessavano che forse eravamo l’hotel più vicino ad un monumento di questa portata, per noi è stato sempre un grande vanto ed orgoglio... ".