
I vescovi italiani in processione prima e poi in preghiera sulla tomba di San Francesco, Patrono d’Italia, per invocare il dono della pace per il mondo intero, in un momento storico difficile, carico di dolore e incertezze. "Al termine del nostro pellegrinaggio, ispirandoci alla mitezza del Poverello di Assisi, chiediamo a Dio Padre di essere strumenti della sua pace perché, in un mondo lacerato da lotte e dissidi, l’odio ceda il passo all’amore, l’offesa al perdono, l’errore alla verità".
Questo il pensiero dei 200 vescovi partecipanti alla settantottesima assemblea generale straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana che, ieri pomeriggio, dopo il Vespro nella Basilica di Santa Chiara, hanno percorso le vie di Assisi, alla luce dei flambeaux: un corteo di luce in un mondo oppresso dalle tenebre del male. Un momento di preghiera, di invocazioni, di riflessione, sul momento che il mondo sta attraversando, per raggiungere la basilica di San Francesco dove il cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, ha presieduto la Santa Messa. Carica di significati.
"La guerra è una lebbra terribile, che consuma il corpo delle persone e dei popoli, ne fa perdere l’anima, tanto che non si è più capaci di amare, segnati dall’odio, dalle ferite della violenza" ha detto il cardinale Zuppi nell’omelia che ha aperto rivolgendosi, in particolare, a chi è sprofondato nella notte terribile della violenza e della guerra . "La pace e l’amore, il bene, producono sempre pace e bene, anche quando non lo vediamo" ha aggiunto. E ancora: "Liberiamoci da pericolose polarizzazioni che nutrono lo scontro e scegliamo con convinzione, intelligenza e forza l’unica parte che è quella della pace. Non si resta a guardare. L’odio produce solo odio e non darà mai sicurezza e pace". Vescovi che hanno poi pregato per la pace sulla tomba di San Francesco. La processione e la celebrazione eucaristica sono state precedute, nella Basilica di Santa Chiara, dal vespro presieduto dal vescovo Domenico Sorrentino.
"Si tratta di accendere la fiammella della pace in un mondo soffocato da sangue e macerie – ha rilevato monsignor Sorrentino, vescovo di Assisi – Il messaggio che ci danno i nostri santi è chiaro: crediamo, nonostante tutto, nella forza della preghiera. Gesù ci ha garantito che la fede può spostare le montagne". Con un forte appello nei confronti di chi fabbrica e vende armi: "Basta con la produzione e il commercio delle armi, che offrono alle guerre non soltanto gli strumenti assassini ma anche lo stimolo di incoffessati guadagni". E sono state anche ricordate le parole di Papa Francesco: ""Tacciano le armi, ogni guerra è una sconfitta".
Maurizio Baglioni