Grido d’allarme dei ’’B&B’’ "Cancellazioni continue"

Oggi scendono in piazza anche i commercianti per protestare contro il decreto anti-Covid: l’iniziativa, nata in rete, è stata promossa da Francesco Mariani

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L’appuntamento è alle 18, in piazza della Repubblica. Oggi, anche a Foligno, scenderanno in piazza i commercianti e tutte quelle attività penalizzate dall’ultimo Dpcm anticovid. L’iniziativa è nata in rete, promossa da Francesco Mariani, che di professione fa l’imprenditore agricolo e che è saltato sulla sedia alla lettura del decreto "illogico". "Da lì, in maniera spontanea – dice – ho postato l’evento e ho iniziato a fare opera di rete. Diverse sono le categorie interessate, dalle palestre ai centri sportivi con il nucleo principale che è quello dei ristoratori.

Tutte categorie che in questi mesi si sono dimostrate molto rispettose delle linee guida e che ora si trovano in difficoltà. L’idea è quella di incontrarsi per far vedere che ci siamo e per questo, in piazza, faremo un appello di tutte le categorie e racconteremo le nostre esperienze". Non secondario neanche il problema dei cosiddetti ‘ristori’: "Gli aiuti del Decreto Rilancio sono stati briciole – dice Mariani – e non vorremmo ritrovarci nella stessa situazione. Dopo la prima ondata siamo sopravvissuti grazie all’estate. Ora la bella stagione è lontana e c’è grande incertezza e quello che stanno mettendo sul tavolo non basterà". Quindi l’appuntamento è in piazza della Repubblica per un appuntamento come è scritto sui social: "apolitico, apartitico, trasversale e non violento".

Forte il grido d’allarme anche dei B&B e delle Case vacanze. Il presidente dell’associazione, Francesco Piermarini, traccia un vero scenario di guerra: "Siamo di fronte a cancellazioni continue e ad associati che mi chiamano, pensando di chiudere. La chiusura della ristorazione, per noi che non la pratichiamo, è una situazione che ci mette in ginocchio e ci condiziona. Dove mandiamo a cena chi sceglie di soggiornare da noi?". Per il presidente Piermarini questo è un aspetto gravissimo che, probabilmente, non era stato adeguatamente preso in considerazione durante la stesura del decreto.

"Per il ponte di Ognissanti, per l’8 dicembre, per Natale, sarebbero state tutte festività in cui l’Umbria avrebbe detto la sua dal punto di vista turistico. Abbiamo speso soldi per la sanificazione, per l’acquisto dei prodotti specifici e, in alcuni casi, per una profonda ristrutturazione dei locali e ora ci troviamo costretti a chiudere. Ed essendo entità senza partita Iva è possibile anche che non riusciremo a beneficiare di alcun aiuto. Eppure diamo lavoro a molte persone e con queste attività vanno avanti intere famiglie".

Alessandro Orfei