"Green pass anche per gli avvocati E dico sì all’obbligo vaccinale"

’Abbiamo chiesto giustamente di essere immunizzati per primi e ora per primi dobbiamo avere il certificato verde: è correttezza’

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di Annalisa Angelici

"Come dicevano i latini ubi commoda, ibi incommoda: se vogliamo essere vaccinati per primi, per primi dobbiamo avere il Green pass perché è una questione di equità e correttezza". L’avvocato Giuseppe Caforio, professore di Diritto commerciale all’Università degli studi di Perugia, è d’accordo sul certificato verde da chiedere nei tribunali, ai suoi colleghi avvocati e non solo. "Il Governo – sottolinea – ha scelto di credere nel Green pass come strumento di prevenzione della diffusione del Covid e di incentivo al vaccino. Se siamo convinti, e lo siamo per ragioni statistiche, che il vaccino in questo momento è l’unico vero antagonista al virus, dobbiamo far sì che vi siano strumenti di convincimento affinché tutti si vaccinino, così da interdire la diffusione del virus ora che la socialità sta riprendendo".

Ma c’è l’aspetto della legittimità: "Credo che siamo nella piena legittimità costituzionale nell’imporre il Green pass in tutti i contesti di socializzazione, siano di lavoro, di divertimento o sportivi. Ritengo, anzi – continua l’avvocato Caforio –, che ognuno di noi dovrebbe essere responsabile della tutela della collettività: nel momento in cui entro in relazione con gli altri ho l’obbligo morale, ma a mio avviso anche giuridico, perché ricordo che c’è un reato specifico per chi diffonde epidemie, di assumere quello che oggi la scienza mi dice che è necessario perché io possa resistere alla positività. Vale per tutte le categorie, compresa la mia e parlo sia come avvocato che come universitario. Per questi ultimi c’è già una disciplina rigidissima. E ciò deve valere anche per gli avvocati che correttamente, qualche mese fa, hanno chiesto e ottenuto di avere una priorità nelle vaccinazione. Norme alla mano, c’è piena legittimità nell’imporre il Green pass anche ai legali, come a tutti coloro che frequentano il tribunale".

Allora, però, perché non introdurre l’obbligo vaccinale? "L’obbligo presenta alcuni problemi giuridici ed economici – spiega Caforio –. Per l’aspetto giuridico, come ogni imposizione deve avere una sanzione che deve essere applicata. Sotto questo profilo sono stati rilevati aspetti problematici: la sanzione deve essere penale o amministrativa? E poi, come applicarla concretamente? Il meccanismo potrebbe essere complicato e chiedere tempi che mal si conciliano con l’urgenza di far vaccinare. Ma ci sono anche preoccupazioni economiche: obbligare al vaccino e poi dover risarcire chi ha dovuto farlo per evitare sanzioni crea timori da più parti. Detto ciò – conclude –, oggi cominciamo ad avere dei dati statistici rilevanti che dicono che il vaccino salva la vita, salva dalle terapia intensiva e consente di non morire. A questo punto, a mio parere, ci sono le condizioni per l’obbligatorietà".