Fondazione, “no“ all’aumento di capitale

L’ente non aderisce alla richiesta di sostenere il piano industriale della Cassa di risparmio e perde ulteriore peso decisionale

Una decisione sofferta che avrà conseguenze sul futuro dell’ente, ma anche della città. La scelta della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto di non aderire all’aumento di capitale richiesto da Mediocredito Centrale per dare attuazione al piano industriale della Cassa di risparmio spa è stata dettata da motivi di opportunità collegati anche alla volontà di non indebolire la Fondazione stessa dal momento che l’aumento di capitale avrebbe comportato per l’ente guidato dal professor Mario Mari (nella foto) un esborso pari a sette milioni e 135mila euro, proporzionale alle quote di minoranza pari al 26,4% detenute nella Cassa spa. L’aumento di capitale necessario per sostenere il piano industriale 2022-25 della Cassa di risparmio è stato individuato in poco meno di 27 milioni di euro. Ora la Fondazione vede diminuire la propria partecipazione bancaria nella Cassa di risparmio, riducendo in proporzione la portata economica e concettuale di quello slogan ("La banca degli orvietani") destinato ad essere ridimensionato proprio in ragione del mancato aumento di capitale. Del resto, pochi anni fa, la Fondazione aveva dovuto sostenere un altro aumento di capitale ai tempi in cui il socio di maggioranza era ancora la Banca Popolare di Bari , che aveva però fatto fronte a quell’operazione per l’incremento della dotazione finanziaria non mettendoci soldi, ma con il conferimento di una dozzina di filiali. Ma cosa succede ora? Avere quote più piccole di partecipazione bancaria significa minori dividendi dall’attività creditizia della Cassa anche se la Fondazione Cro in realtà non incassa più dividendi da circa otto anni. Anche il peso decisionale nella gestione della Cassa è destinato a ridimensionarsi e la Fondazione perderà il diritto di porre il proprio veto a fronte di eventuali operazioni straordinarie. Per scongiurare questa ennesima “diluizione“ di proprietà umbra in una banca, alcuni esponenti di Azione avevano lanciato un appello alle altre fondazioni bancarie della regione affinchè si facessero carico in forma condivisa dell’aumento di capitale, ma l’iniziativa è caduta nel vuoto.

Cla.Lat.