Foligno, maxi sequestro da 3 milioni di euro: due imprenditori ai domiciliari

Ordinanza emessa dal gip del tribunale di Spoleto. I due imprenditori sono indagati per i reati di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio

La Guardia di finanza

La Guardia di finanza

Perugia, 27 luglio 2022 - Maxi sequestro a Foligno. I finanzieri del comando provinciale di Perugia hanno dato esecuzione a un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e contestuale decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di circa 3 milioni di euro, emessi dal gip del tribunale di Spoleto, nei confronti di due imprenditoriindagati per i reati di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio. I due imprenditori sono stati posti agli arresti domiciliari

Le indagini, dirette dalla Procura spoletina hanno riguardato il fallimento di una società con sede a Foligno ed operante anche fuori regione nel commercio di abbigliamento ed accessori. Sono così emerse le presunte condotte illecite in danno dei creditori e dell'Erario. In particolare sono stati ricostruiti ed analizzati tutti gli atti di cessione e affitto di ramo d'azienda succedutisi per un decennio.

Secondo la guardia di finanza avvenuti tra soggetti risultati sempre collegati agli stessi imprenditori, che hanno progressivamente portato - in base all'accusa - alla dissipazione, al depauperamento e alla distrazione del patrimonio aziendale. Il gip ha quindi ritenuto sussistenti - riferisce sempre la guardia di finanza - i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione dei reati, evidenziando come "la libera disponibilità in capo agli indagati dei predetti esercizi commerciali sia suscettibile non solo di aggravare le conseguenze dei reati già perpetrati ma soprattutto di agevolarne la commissione di analoghi" attraverso nuovi prestanome e ricorrendo sempre allo "schema di svuotamento patrimoniale delle società fallite e di reimpiego in nuovi veicoli societari".

La guardia di finanza sottolinea come l'operazione testimoni il "costante impegno del Corpo a tutela della legalità economico-finanziaria e al contrasto di condotte illecite arrecano danni al sistema economico nazionale, falsando le regole della leale concorrenza e danneggiando gli imprenditori che operano nel rispetto delle regole".