’Faccio tornare belle le opere d’arte’

Intervista alla restauratrice Giorgia Feligioni. Tra i suoi ultimi interventi, quello sull’organo Morettini

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Giorgia Feligioni è una restauratrice. Vive a Montone e alcuni anni fa ha frequentato la nostra

stessa scuola media; nel tempo si è fatta conoscere nel campo in cui lavora per i suoi tanti ed

apprezzati lavori.

In cosa consiste il suo lavoro?

"Nel cercare di riportare in perfette condizioni un’opera d’arte, che i segni del tempo o l’incuria umana hanno deteriorato. Prevalentemente mi occupo del restauro di tele ed affreschi. Ma non solo, visto che ho appena terminato prima di Natale la decorazione del prezioso organo Morettini del 1828 che si trova a Montone all’ interno della chiesa di San Fedele".

Come si diventa restauratori?

"E’ necessario avere tanta voglia di fare le cose. Sono passata dalla scuola media, a liceo scientifico; poi, a quella che è sempre stata la mia passione e che mi ha portata fin qui, studiando restauro a Firenze frequentando l’istituto per l’ Arte e il restauro Palazzo Spinelli e arrivando ad aprire un laboratorio di restauro che gestisco ormai da ventisei anni. Ad un ragazzo

che vuole intraprendere la mia professione consiglio di studiare, perché le basi per questo lavoro vengono date dalla scuola; bisogna poi provare a vedere quello che uno sa fare; non aver paura di sporcarsi le mani; di stare spesso ad una certa altezza... Ma, alla fine, basta solo avere tanta passione!".

Quali le opere d’arte più importanti in cui ha lavorato?

"La “Madonna col Bambino e Santi” nella parrocchia di Santa Maria della Pietà a Umbertide, attribuita a Pinturicchio, restaurata lo scorso anno; ma ho avuto la fortuna di lavorare su tele importanti di Pomarancio nella Collegiata della suddetta città. Poi, a Perugia, sono state impegnata sui dipinti murali a San Costanzo; a Spello il restauro degli affreschi di San Claudio, a Tordibetto di Assisi tutti i quadri della locale chiesa".

Come si interviene su lavori importanti e di rilievo senza danneggiarli?

"La SovrIintendenza dell’Umbria (nel mio caso) mi guida su come fare un restauro; le opere su cui lavoro hanno molti anni e tutto quello che si fa deve essere sempre approvato dalla Sovrintendenza ai beni artistici e culturali, guidata da esimi storici dell’arte che conoscono nei minimi dettagli l’opera su cui andrai a lavorare".

Se si trova di fronte a parti mancanti di un affresco o un dipinto cosa fa?

"Questa è una regola ormai assodata del restauro moderno: non bisogna rifare mai la parte mancante, ma cercare di sistemare al meglio quello che resta".