Laboratorio esploso a Gubbio, la babele delle regole

Il dolore del giovane titolare per i due morti: "Servono norme e leggi certe. Pronto ad assumermi le mie responsabilità"

La scena dell'esplosione e le due vittime

La scena dell'esplosione e le due vittime

Gubbio (Perugia), 10 maggio 2021 - «Sono pronto ad assumermi le mie responsabilità, ma il settore della canapa va regolamentato». Senza trattenere le lacrime, Gabriele Muratori, 27 anni, all’uscita del sopralluogo all’indomani della tragedia nel magazzino di Canne Greche, si sfoga. Il fondatore della ’Green Genetics’ assieme all’amico Alessandro Rossi (anche quest’ultimo è rimasto coinvolto nello scoppio, ne è uscito miracolosamente illeso, ma è comunque ricoverato all’ospedale di Branca), accompagnato dall’avvocato Monica Bisio, è tornato nel magazzino della tragedia. E non è stato facile.

Muratori, venerdì, non era dentro il magazzino, ma sul piazzale dello stabilimento quando il boato ha dilaniato i muri e le vite dei suoi colleghi, Samuel Cuffaro, 19 anni, ed Elisabetta D’Innocenti, 52. Dopo il sopralluogo, ha incontrato la madre di Kevin Dormicchi, uno dei due dipendenti rimasti gravemente feriti. Da lei, che pure ha un figlio ricoverato per le ustioni, il giovane titolare della ditta ha ricevuto un abbraccio e conforto. «Sono tutti giovani, tutti amici prima che dipendenti. Una grande famiglia. Una tragedia nella tragedia», spiega il legale della Green Genetics.  I vigili del fuoco stanno cercando di ricostruire cosa abbia provocato la deflagrazione. «Al momento dello scoppio stavano montando una scaffalatura», dice il 27enne, prima che il dolore gli soffochi ancora le parole in gola.

Sotto processo, c’è il metodo di lavorazione della canapa messo in pratica nel capannone: mediante l’utilizzo del gas pentano (durante il sopralluogo ne sono stati fotografati grossi bidoni), il thc delle piante viene “depotenziato”, in modo da poter diventare un prodotto legale a tutti gli effetti ed essere inserito nei canali commerciali. La canapa (non soltanto quella coltivata da questa realtà eugubina, ma pure quella di terzi) diventa così ‘’light”, acquistabile anche nei canapa shop o anche semplicemente in tabaccherie. E viene utilizzata anche nella cosmetica. Il prodotto utilizzato per questa degradazione è infiammabile, forse i vapori hanno saturato l’ambiente. A far da scintilla, potrebbe essere stato un qualsiasi gesto dei presenti. O neppure di loro. La procura contesta a Muratori e all’altro rappresentante legale Rossi, che non ci fossero protezioni adeguate alla potenziale pericolosità del procedimento di lavorazione.

«Usiamo questo prodotto liquido, più sicuro proprio perché non gassoso. E’ un processo che stavamo per brevettare, che ci dava certezze sulla qualità del prodotto finale», spiega Muratori. 

Perché coltivare canapa sativa, aggiunge il legale Monica Bisio, «è borderline, viene tutto costantemente analizzato, ma ci sono sovente scocciature», perché ci sono «grandi incomprensioni anche a livello di forze dell’ordine», prosegue il titolare della GreenGenetics.«“C’è come un rifiuto di affrontare l’argomento, servono invece normative più specifiche, a livello statale c’è un problema grosso. C’è una legge che non è mai stata chiarita. Non si può non regolamentare un settore che sta prendendo sempre più piede e che impega 20/30mila persone in Italia», conclude il giovane imprenditore. Gubbio è reduce da due giorni di lutto. Potrebbe essercene un terzo il giorno dei funerali. Non ancora fissati: domani ci sono le autopsie.