Con l’Esercito 'spinta' sui tamponi

I militari al drive through di Santa Lucia eseguono circa 400 tamponi al giorno, analizzati nei laboratori di Microbiologia

I militari impegnati per eseguire i tamponi molecolari insieme al personale dell’Asl

I militari impegnati per eseguire i tamponi molecolari insieme al personale dell’Asl

Perugia, 11 novembre 2020 - Al pit stop di Santa Lucia si lavora a ritmo serrato. E sembra quasi una catena di montaggio se dietro a quei volti barricati da visiere e mascherine non trasudasse tutta l’umanità di chi lavora in prima linea per far fronte all’emergenza. Sono i militari dell’Esercito che, dal 3 novembre scorso, sono operativi alla postazione drive through allestita nel piazzale di Umbria Acque, affiancando il personale dell’Usl Umbria1 nell’effettuare i tamponi ai cittadini che hanno ricevuto la convocazione. ’Viaggiano’ ad una media di quattrocento tamponi al giorno (dalle 8 alle 14) occupandosi anche del trasporto dei campioni al Santa Maria della Misericordia per essere processati tutti nel laboratorio di Microbiologia e dando un supporto strategico al sistema sanitario in un momento, come l’attuale, di grande affanno sul fronte tracciamento e test diagnostici. Nel grande piazzale dove sono state allestiti due tendoni per accelerare il ritmo delle esecuzioni, svetta orgogliosa la stelletta gialla e la scritta "Esercito", quasi a voler sancire l’impegno che le forze armate stanno mettendo in campo per fronteggiare questa complessa seconda ondata di pandemia che sta mettendo a dura prova il Paese. I drive through dell’Esercito sono nati su impulso del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, l’organizzazione è gestita dallo Stato Maggiore della Difesa, coordinata dal Comando Operativo di Vertice Interforze e vede il coinvolgimento di tutte le forze armate per dare supporto durante l’emergenza Covid. Dalle 8 del mattino sono già operativi due sottoufficiali infermieri, preventivamente formati per eseguire i test diagnostici per la ricerca del Covid, un ufficiale medico per la supervisione ma anche per eseguire i test molecolari in caso di necessità, un conduttore e un luogotenente con compiti di natura logistica. Un perfetto ingranaggio operativo per alleviare quel peso ormai sempre più insostenibile sulle spalle del personale sanitario delle Usl. I militari infermieri, bardati dalla testa ai piedi (i dispostivi di protezione sono forniti dall’Usl) procedono senza sosta per far fronte all’incessante richiesta come testimonia la fila di auto in strada e fuori dai cancelli. L’esercito dà il proprio supporto anche nella consegna del materiale al laboratorio di Microbiologia dell’azienda ospedaliera, senza tralasciare il supporto umano, un aspetto non del tutto secondario davanti alla drammaticità di una pandemia in grado di spaccare affetti e relazioni. C’è chi chiede la tempestività del referto, consigli sull’isolamento o semplicemente un sostegno psicologico. Basta uno sguardo di comprensione da dietro quei dispostivi di protezione, una parola in più o l’accortezza davanti ad un anziano o un bambino in lacrime per stemperare paure e tensioni. Valentina Scarponi