Altro giro nel degrado cittadino. Questa volta i cronisti sono stati indirizzati in via del Nespolo. "Venite a vedere - si scalda un residente al telefono - come hanno ridotto la via. I muri sono imbrattati di scritte, il lastricato è in parte sconnesso, e la sporcizia dei piccioni si nota ovunque". Non ci resta che verificare la segnalazione. Gli scatti del collega Crocchioni parlano più di tanet parole. Proseguiamo il nostro “viaggio“ nei vicoletti dell’acropoli.
Certe zone della città vecchia sono bellissime. Scorci che i turisti, soprattutto stranieri, pagherebbero a peso d’oro per averli. Così passiamo in via Deliziosa, di nome e di fatto, ripercorriamo via dei Priori e le varie traverse, compresa via Vermiglioli. Posti da film e da spot, che opportunamente promossi e ben tenuti potrebbero attrarre le troup cinematografiche con innegabili ricadute per tutto il territorio, anche da un punto di vista occupazionale. Una buca che per poco non ci rimettiamo una gamba interrompe le nostre fantasie.
Poi ecco le saracinesche arrugginite e divelte di via della Brocca. Ed ancora gli sportelli dei contatori imbrattati e logori di via delle Cantine e delle scalette del Paradiso. Ferraglia che sta lì a marcire con gli anni e le intemperie. Gronde rotte, fili che pendono dai tetti del centro, facciate scrostate, persiane fatiscenti su finestre semiaperte e senza vetri.
I proprietari dove sono? Se si tratta di stabili abbandonati, non è comunque obbligatorio occuparsi della loro manutenzione, per ragioni di decoro e di incolumità dei passanti? Il Comune può tollerare certi comportamenti? Che strumenti ha l’amministrazione per obbligare proprietari o eredi a prendersi cura dei loro beni? Un cittadino che ci accompagna in questo tour nell’acropoli ricorda che "i fondamenti del decreto-legge numero 14 del 20 febbraio 2017 sono il decoro e la percezione di insicurezza da parte dell’opinione pubblica".
Già perché il decoro è sinonimo di ordine, di cura, di presenze, di rispetto e dignità e laddove manca significa che avanza il disordine e il crimine.
Silvia Angelici