Ennesima aggressione in carcere, agente preso a pugni senza motivo

La denuncia del sindacato: "Il collega ha chiesto al detenuto se aveva finito la terapia. E per risposta lo ha aggredito"

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Sono giornate di vero incubo per il reparto di polizia penitenziaria del carcere Capanne, dove solamente la professionalità dei poliziotti penitenziari ha contenuto la violenta irruenza di un detenuto straniero. "Negli ultimi giorni è successo di tutto – denuncia il sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, per voce del segretario nazionale per l’Umbria Fabrizio Bonino – Ieri mattina, un detenuto trentottenne al momento in attesa di giudizio per concorso in rapina e lesioni, all’atto della terapia subsonica che viene fatta nell’infermeria alla presenza del poliziotto e dell’infermiere addetto, dopo averla messa in bocca voleva andarsene, ma il collega e l’infermiera gli hanno detto di far vedere se l’aveva ingoiata tutta. Il ristretto si è girato di scatto dando un pugno al poliziotto, colpendolo sullo zigomo. Immediatamente è intervenuto l’altro agente di sezione – continua Bonino – e insieme hanno provveduto a mettere in sicurezza il detenuto nella propria cella".

"Così non si può più andare avanti – sbotta il segretario – .Non siamo carne da macello e non possiamo pagare l’indifferenza dell’amministrazione penitenziaria verso i gravi problemi del carcere Capanne". E impietoso anche il giudizio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria: "Csì non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Ogni giorno nel carcere di Perugia succede qualcosa di grave".