Elezioni amministrative in Umbria, in 107mila chiamati al voto

Dodici le amministrazioni chiamate al rinnovo. Il peso di Assisi, Città di Castello e Spoleto. Coalizioni spaccate come mai accaduto

Un seggio elettorale

Un seggio elettorale

Perugia, 3 ottobre 2021 - Assisi, Bettona, Bevagna, Città di Castello, Nocera Umbra, Spoleto, per la provincia di Perugia, ed Amelia, Avigliano Umbro, Castel Giorgio, Montecastrilli, Otricoli, Parrano, per quella di Terni: sono i 12 comuni della regione (sui 92 totali) dove si svolgeranno le elezioni per scegliere il prossimo sindaco e rinnovare il Consiglio comunale.

Appuntamento in programma oggi e domani al quale gli schieramenti di centrodestra (che guida la Regione e alcuni dei centri più grandi), di centrosinistra e M5s si presentano spesso divisi, almeno al primo turno. Al voto sono chiamati 107.432 umbri: 97mila in provincia di Perugia e quasi ventimila in quella di Terni.

Più di un umbro su dieci insomma è chiamato a presentarsi alle urne, in quello che è un appuntamento di un certo significato politico. Si voterà con il sistema elettorale maggioritario a doppio turno, con possibilità di ballottaggio il 17 e 18 ottobre, ad Assisi, Città di Castello e Spoleto, città con oltre 15 mila abitanti.

E sono queste le tre città maggiormente sotto i riflettori, con Castello e Assisi ormai tra le poche grandi città umbre a essere guidate dal centrosinistra e con il consiglio comunale a Spoleto che si rinnova non per la scadenza di mandato, come per tutte le altre città, ma dopo la sfiducia all’ex sindaco Umberto De Augustinis.

La situazione appare molto frammentata in quasi tutti i territori e nelle realtà più grandi è chiaro che il voto andrà ben oltre il mero significato locale cittadino. Diversi sono infatti gli spunti politici con i quale fare i conti domani sera: a cominciare dalle coalizioni.

Per la prima volta anche il centrodestra si è presentato spezzettato, caratteristica che fino ad oggi era peculiare agli avversari di centrosinistra. In questo secondo caso basti pensare alle ondivaghe alleanze tra Pd e Cinquestelle, che attecchiscono solo in rari casi e che in Umbria non sono piaciute agli elettori quando si andò a votare due anni fa per il rinnovo del Consiglio regionale, poi però le liti locali, le ambizioni cittadine e la mancanza di leadership forti dei vertici regionali, hanno fatto sì che anche Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia spesso corrano per conto proprio (tranne ad Assisi).

E poi bisognerà capire se e quanto peserà il voto su un eventuale rimpasto a Palazzo Donini, dove c’è ancora lo strascico della mezza-crisi ferragostana che la presidente Tesei ha prontamente congelato. Anche qui la sensazione è che si sia fatto molto rumore per nulla...

Michele Nucci