di Patrizia Peppoloni Prima la pandemia, poi la guerra col suo strascico di sanzioni. Anche i fiori all’occhiello delle eccellenze umbre, come il vino, sono nell’occhio del ciclone. "Con l’affievolirsi dell’emergenza pandemica – spiega Giampaolo Tabarrini (foto), presidente del Consorzio vini di Montefalco e Spoleto – era iniziato un netto rilancio del settore enologico, ora la guerra in Ucraina, con il clima generale di preoccupazione che l’accompagna, con le sanzioni anti-russe, sta ribloccando tutto, non solo per quelli che potevano essere i rapporti commerciali diretti ma anche per tutti gli effetti collaterali". Quanto pesa la guerra sul volune di affari? "Per cominciare va detto che l’effetto-paura sta frenando anche il turismo. Questo rimbalzo negativo non è estraneo neppure alla nostra regione, anche rispetto alla comunicazione e promozione dei nostri prodotti. Poi c’è l’aumento dei costi, quanto incide? "Parecchio, per esempio il vetro delle bottiglie costa il doppio di prima, il cartone degli imballaggi costa il triplo e a volte è anche difficilmente reperibile. Per rimanere nel nostro settore non possiamo dimenticare i rincari del gasolio agricolo, da 60 centesimi Iva esclusa è arrivato a 1,50 più Iva. E i trattori, come si può immaginare, hanno consumi elevati, poi ci sono le manutenzioni, anche perchè tutti i pezzi sono fatti in ferro e acciaio e anche quel settore sappiamo che ha problemi. Anche le cantine poi sono energivore dal punto di vista elettrico e per le attrezzature. Tutte queste cose messe insieme fanno capire quanto siano aumentati i costi per la gestione ordinaria e straordinaria". Inevitabile riversare gli aumenti sui prezzi al consumo... "E’ chiaro che ci sarà un aumento dei prezzi in uscita dei vini, per forza, e purtroppo accadrà in un momento in cui il potere di acquisto dei consumatori diminuisce. Tra l’altro questo ci compenserà solo in parte, non tutti i rincari che subiamo ...
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