La nostra battaglia / Salviamo le edicole. "Anche uffici pubblici"

Città di Castello, la proposta è approdata in Consiglio comunale

Le edicole sono anche un presidio del territorio fondamentale

Le edicole sono anche un presidio del territorio fondamentale

La lotta continua. I lettori e le amministrazioni comunali stanno seguendo con attenzione la nostra battaglia sulle edicole chiuse e sugli aiuti necessari per la sopravvivenza e il rilancio di quelle presenti sul territorio. Continuano ad arrivare tante segnalazioni dalla Toscana, dall’Umbria e dallo Spezzino. Tutti fermamente convinti che le edicole siano un presidio fondamentale, veri «presidi di vita». In tanti ci scrivono per indicare le zone dove non ci sono più edicole o dove stanno per chiudere. I lettori possono continuare ad inviare messaggi al numero whatsapp de La Nazione (331.6121321)

Città di Castello, 13 settembre 2019 - Andare in edicola per prendere il giornale e ritirare anche i certificati di stato civile come si farebbe in uno sportello decentrato del Comune. Potrebbe accadere a Città di Castello dove per altro le edicole a destinazione esclusiva rimaste (dopo la drastica crisi di settore degli ultimi anni), già vantano la riduzione del 50% della Cosap, la tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche. Il condizionale è ancora d’obbligo, ma attorno a questa nuova ipotesi c’è un dibattito aperto. La proposta (ci sono pochi casi di questo genere in Italia) è contenuta in un’interrogazione presentata dai consiglieri comunali del Pd, Luciano Tavernelli e Vittorio Massetti che partono proprio dal dato che negli ultimi anni vede le edicole «in forte sofferenza e non solo per la crisi che investe i giornali cartacei».

Eppure le stesse edicole, se autorizzate con una convenzione ad hoc, potrebbero sostituirsi in alcune funzioni agli uffici anagrafe come sportelli decentrati del comune «quindi potranno avere la possibilità, ad esempio sia di stampare i certificati di stato civile (nascita, matrimonio, morte) che fissare gli appuntamenti relativi a pratiche amministrative, quali ad esempio per il rilascio e i rinnovi delle carte d’identità, oltre che garantire per gli utenti fasce orarie giornaliere complete, sabato compreso».

Da queste premesse, anche a seguito di identiche disposizioni in materia da parte di altri Comuni, i consiglieri Tavernelli e Massetti chiedono alla giunta tifernate l’opportunità di intervenire, per offrire alle edicole, che ne facciano richiesta, questa possibilità. I due consiglieri suggeriscono, dopo una prima fase sperimentale, di valutare la delocalizzazione, presso questi «uffici decentrati» anche di attività specifiche di altri gestori con valenza pubblica. L’edicola viene definita nel documento dei due consiglieri come un negozio di prossimità e rappresentano «un luogo non solo di incontro, ma di discussione e confronto, legato alle cronache della vita sociale, politica economica, che i giornali e le locandine contengono.

Le edicole, oggi in forte diminuzione, sono un presidio di informazione molto diffuso nel territorio, essendo ben dislocate e diffuse nei quartieri e nelle frazioni. La consideriamo quindi una risorsa sia culturale da sostenere, che sociale da non smantellare», concludono nella loro proposta.