"Discarica, controlli sui terreni"

Orvieto, la richiesta della senatrice Pavanelli dopo l’ipotesi di ampliamento del sito di raccolta rifiuti

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Compiere una indagine conoscitiva per appurare le reali condizioni del suolo nella zona della discarica. La senatrice Emma Pavanelli prende posizione sulla controversa questione della discarica Le Crete all’indomani delle proteste in piazza delle associazioni ambientaliste contro l’ampliamento del sito e le tranquillizzanti parole del sindaco Tardani secondo cui non esiste alcuna previsione concreta di incremento di cubature della stessa discarica. Pavanelli si inserisce in questo dibattito e, complice anche una campagna elettorale che sta scaldando gli animi e la vede tra i candidati alla Camera, torna a proporre una soluzione che aveva già caldeggiato.

"E’ impensabile che la Regione continui a portare avanti la politica delle discariche e del loro ampliamento. Già due anni fa, depositai una interrogazione al ministro dell’Ambiente per richiedere una indagine conoscitiva sullo stato di suolo e sottosuolo intorno alla discarica Le Crete. Serve un parere di compatibilità ambientale per salvaguardare la salute dei cittadini e tutelare l’ambiente e il settore agricolo", dice la senatrice.

La preoccupazione per i terreni circostanti è stata espressa anche da Italia Nostra che, così come l’avvocato Valeria Passeri, aveva sollecitato una attenzione particolare alla tutela dei vigneti di pregio che circondano anche la zona della discarica. Pochi anni fa, lo stesso Consiglio regionale aveva approvato una mozione proposta dalla Lega per eseguire una ispezione negli strati più profondi della discarica con l’utilizzo di un georadar. L’obiettivo era quello di compiere un accertamento per rilevare la presenza di eventuali sostanze pericolose direttamente nei livelli più profondi, quelli in cui la stratificazione dei rifiuti si era formata negli anni passati. Si voleva insomma avere una garanzia assoluta che la discarica fosse del tutto sicura dal punto di vista ambientale anche per sopire timori diffusi, ma che non avevano mai trovato alcuna conferma dal momento che, comunque, con la gestione di Acea non si è mai registrata alcuna criticità.

Una proposta che, in linea teorica, aveva trovato un consenso unanime, ma che poi non si era mai tradotta in realtà a causa dei problemi economici legati all’utilizzo di un adeguato sistema di rilevazione basato sulle onde elettromagnetiche come è il georadar. Questa, almeno, era stata la motivazione che aveva portato ad archiviare la proposta. Da allora, nessuno aveva mai più sollevato la questione.

Cla.Lat.