REDAZIONE UMBRIA

’Diciamo no ai contratti depotenziati’. Commercio, l’allarme dei sindacati

Spoleto, Gola e Mancinelli (Cisl): "A pagare non possono essere i lavoratori. I diritti devono essere garantiti"

’Diciamo no ai contratti depotenziati’. Commercio, l’allarme dei sindacati

Aumenta l’offerta, diminuiscono i prezzi. È una delle principali regole dell’economia ed è ciò che ci si potrebbe aspettare quando in una piccola città apre una nuova attività. E invece no, perché la domanda rimane invariata, gli introiti per tutti diminuiscono, ma i prezzi rimangono gli stessi e quindi a pagare sono i lavoratori. È in sintesi quello che avviene in quella che il presidente di Confcommercio Barbanera ha definito la "città dei supermercati" e ad intervenire per tutelare i lavoratori del settore degli alimentari nella grande distribuzione è la Cisl e in particolare Simona Gola (segretaria regionale Fisascat Cisl Umbria) e Bruno Mancinelli (coordinatore Cisl Foligno - Spoleto). Il sindacato pone il problema dei contratti e lo pone in una città che già da anni sta vivendo un processo di invecchiamento della popolazione con un’altissima percentuale di cittadini inattivi. "Diciamo “no“ ai contratti cosiddetti “depotenziati“ – afferma Simona Gola – perché garantiscono meno diritti ai lavoratori e sono divenuti piuttosto comuni proprio nel settore della grande distribuzione alimentare. Chiediamo di applicare i contratti approvati dalla sigle sindacali più rappresentative. È evidente noi non siamo contro l’apertura di nuove attività commerciali, ma se la fetta di mercato diminuisce a pagare non possono essere i lavoratori. È inutile dire che si crea lavoro quando si crea sulle spalle di altri lavoratori. In questo modo si compromette la qualità del lavoro. Non possiamo accettare annunci di lavoro ambigui del genere ’retribuzione dalle 750 alle 1200 euro per addetti al settore ortofrutticolo’ senza specificare ad esempio le ore di lavoro".

Sul tema degli annunci di lavoro interviene anche Mancinelli citando la direttiva europea che impone di specificare anche la retribuzione annua. Sul fronte occupazionale il sindacato ha chiesto al Comune, nell’ambito di una riunione con i capogruppo in consiglio comunale, di istituire un osservatorio permanente perché, come già noto, la situazione della città di Spoleto è particolarmente critica anche in seguito alla chiusura, nell’ultimo ventennio, delle principali aziende (Pozzi, Minerva, Panetto e Petrelli ed in ultimo Cementir) fondamentali fonti di occupazione di un territorio che oggi impiega la maggior parte del lavoratori nel settore turismo.

Daniele Minni