Detenuto di 34 anni si uccide a Capanne: è il secondo suicidio in tre giorni in Umbria

Il Garante, Giuseppe Caforio: "Migliorare le condizioni di esecuzione della pena"

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Secondo suicidio nelle carceri umbre nel giro di tre giorni. Nella tarda serata di sabato un uomo di 34 anni, di origini marocchine, in attesa di giudizio, si è tolto la vita a Capanne. Solo poche ore prima, un 49enne era deceduto all’ospedale di Terni in seguito agli atti di autolesionismo che si era procurato in cella. "Un conto la certezza della pena e un conto sono le condizioni di esecuzioni della pena – sottolinea l’avvocato Giuseppe Caforio (nella foto), Garante dei detenuti dell’Umbria –. Nell’ultimo caso, ad esempio, dovrebbe trattarsi di solitudine. Nelle carceri sono in aumento i suicidi, ma anchegli episodi di autolesionismo. Oltre, naturalmente, agli attacchi al personale penitenziario. Sono cambiate le vittime: prima i suicidi erano tra i ’colletti bianchi’, per così dire, ultracinquantenni, ora si tratta di ragazzi giovani, stranieri, isolati e senza relazioni. Persone che hanno bisogno di un sostegno psicologico e che, magari, in carcere non ci dovrebbero stare, perché dovrebbero essere ospitati nelle Rems, struttura che in Umbria ancora non c’è".

"Ho informato la presidente della Regione, Donatella Tesei – continua il Garante dei detenuti –,e abbiamo deciso di visitare insieme, nei prossimi giorni le carceri umbre. C’è carenza di personale, di agenti di polizia penitenziaria, ma anche di operatori, psicologi e assistenti. C’è molto da fare, anche in Umbria, per migliorare la condizione carceraria. Ripeto – conclude l’avvocato Giuseppe Caforio –: un conto è la certezza della pena e un conto è la condizione di esecuzione della pena. Su quest’ultimo aspetto c’è ancora molto da lavorare".

AnnA