Protestano i lavoratori del magazzino Eurospin: "Sfruttati come nell’Ottocento"

La denuncia: "Basta turni massacranti, ritmi di lavoro insostenibili, continue vessazioni e rappresaglie dei capireparto"

I lavoratori durante una manifestazione

I lavoratori durante una manifestazione

Magione (Perugia), 1 ottobre 2019 - «Condizioni di sfruttamento ottocentesche», sono gravissime le accuse dei lavoratori della Servizi Associati del magazzino Eurospin di Magione che dichiarano, tramite un comunicato dei Cobas, lo stato di agitazione e si preparano alla mobilitazione «per dire basta a turni massacranti, a ritmi di lavoro insostenibili, a continue vessazioni e rappresaglie dei capireparto». La nota racconta che il 24 agosto, nel magazzino Eurospin di Magione alcuni lavoratori «non più disposti a subire le continue angherie dei capireparto e stanchi di assistere impotenti ai frequenti infortuni causati dai ritmi imposti – scrivono i Cobas – entrano spontaneamente in sciopero. La rappresaglia dell’azienda non si è fatta attendere e sono arrivati due licenziamenti pretestuosi (un lavoratore licenziato ancora sotto infortunio e un altro perché in malattia), un numero spropositato di lettere di richiamo e di provvedimenti disciplinari ingiustificati, il tutto con lo scopo di far abbassare la testa ai lavoratori che rivendicano dignità e rispetto».

La lunga denuncia racconta anche della mancanza totale di apertura nei confronti delle richieste dei lavoratori, «ma solo minacce – spiegano – e ricatti contro chi ha scioperato». Gli operai che hanno deciso di protestare chiedono: «il reintegro immediato al lavoro dei lavoratori licenziati ingiustamente, presso il magazzino Eurospin di Magione; il rientro dei lavoratori trasferiti ad altri magazzini; il ritiro e annullamento di tutti i provvedimenti disciplinari pretestuosi impartiti a diversi lavoratori della Servizi Associati in servizio presso il magazzino di Magione; la cessazione di atteggiamenti intimidatori, minacce, utilizzo di linguaggio scurrile, diffamatorio e razzista verso i lavoratori da parte di responsabili della società, capi cantiere/turno; una congrua programmazione dei turni, almeno bisettimanale; una programmazione del sabato lavorativo a settimane alterne, con durata massima di 4 ore; la limitazione del lavoro straordinario allo stretto necessario; la rimodulazione del ritmo lavorativo, divenuto insostenibile e causa dell’aumento di infortuni; il ripristino della pausa pranzo di almeno 30 minuti, come contratto collettivo nazione». E i lavoratori sono pronti a dure proteste: «Nei prossimi giorni – annunciano – sarà organizzato un boicottaggio di fronte ai vari supermercati per stare al fianco dei lavoratori che continueranno la loro battaglia per riconquistarsi salario».

S. M.