Delitto per gelosia, via al processo

Umbertide, un anno fa l’omicidio di via Roma. Ora l’imputato marocchino va davanti alla Corte d’Assise

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Esattamente un anno fa Umbertide si risvegliò imbrattata di sangue. Nella notte tra il 17 ed il 18 ottobre, in una abitazione della centralissima via Roma fu ammazzato a coltellate e a colpi di mattarello Abdeltif Hachiche,) marocchino di 35 anni, irregolare. Ad ucciderlo – secondo l’accusa – un suo connazionale, Hassane Bouskour, bracciante agricolo e boscaiolo di 42 anni durante una notte di alcool, forse droga e sicuramente gelosia nei confronti di R. C., una donna convivente dell’assassino reo confesso, che restò leggermente ferita alla testa.

Il 28 ottobre prossimo il caso tornerà ad essere dibattuto presso la Corte di Assise di Perugia, che dovrà mettere in fila, dopo un primo rinvio, tutti gli elementi emersi in quella notte di follia e sangue. Un anno fa, interrogato nel carcere di Capanne dal giudice per le indagini preliminari Lidia Brutti nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, il Bouskour, accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi e crudeltà e violenza privata nei confronti della convivente dichiarò di aver ucciso per difendersi dopo essere stato a sua volta aggredito nel corso di una lite furibonda. Abdeltif Hachiche fu ritrovato in una pozza di sangue nel bagno dell’abitazione, dove si era rifugiato per sfuggire alla rabbia del connazionale.

L’autopsia confermò quello che già la ricognizione cadaverica aveva stabilito immediatamente dopo l’omicidio: sul suo corpo di furono contate tre ferite inferte con un coltello da cucina ad un braccio, alla schiena e, mortale, all’emitorace sinistro, insieme a contusioni provocate da un corpo contundente (il mattarello). La linea dell’accusato è quella di chi ha ammazzato per difendersi di fronte ad una aggressione violenta fatta con un grosso oggetto di metallo in mano, ovvero un porta ombrelli, alla quale avrebbe reagito "menando fendenti". Sullo sfondo la gelosia nei confronti di R. C., 41 anni, convivente dell’omicida dal 2016, alla quale la vittima, sempre secondo il racconto del Bouskour, avrebbe fatto avances sessuali fin dal pomeriggio del 17 ottobre, quando i tre, insieme ad un paio di amici, si erano ritrovati a bere in compagnia nella casa di via Roma dove Bouskour e R.C. convivevano. Da chiarire anche la posizione di ques’ultima, ferita leggermente alla testa e trovata in strada sanguinante con indosso un paio di leggins e reggiseno.

Pa.Ip.