Danni e burocrazia, l’ira dei cacciatori

La protesta del mondo venatorio: "Costretti a pagare di tasca nostra per i danni causati dagli ungulati"

Migration

Troppi cinghiali, tanti danni all’agricoltura e aumentano i costi burocratici per i cacciatori. "Noi siamo costretti a pagare di tasca i danni prodotti dai cinghiali, non è possibile! Se la regione Umbria e l’Atc non porranno rimedio alle attuali condizioni, non intendiamo ritirare il verbale per la caccia e i cinghiali saranno quindi liberi di muoversi senza abbattimenti. È assurdo quello che siamo costretti a subire oggi in Umbria".

E’ questo lo sfogo raccolto in una lettera di protesta inviata (dai circa mille 300 cacciatori raggruppati in 28 squadre di caccia al cinghiale dell’Alta Valle del Tevere), all’ambito territoriale di caccia per l’aumento delle tariffe legate ai danni causati dalla specie cinghiale.

Alla base di tutto i troppi cinghiali, le misure di contenimento rallentate per via del lockdown e i tanti danni che producono. E chi paga i danni?

Le squadre di cinghiali sono ora costrette a dover sborsare "quote mai viste prima per pagare i danni che seguono alla specie cinghiale": da qui la richiesta all’Ambito Perugia 1 di sostituirsi ai cacciatori per l’intero importo stabilito, facendosi carico delle quote relative ai danni causati dai cinghiali.

"Questo è un momento economico complicato per tutti _ scrivono ancora _ compresi noi cacciatori e nonostante la disponibilità nel fare tutti gli interventi di contenimento richiesti dall’Atc e dall’impossibilità di realizzare gli stessi nei mesi di febbraio e marzo, a causa dell’emergenza sanitaria, ad oggi ci viene richiesto di pagare quote che arrivano anche ad oltre 40 euro a cacciatore. Si tratta di una misura mai vista _ concludono i cacciatori _ e che grava ulteriormente su di noi che già paghiamo cifre importanti per poter sostenere l’attività venatoria".

La protesta dei cacciatori (le 28 squadre rappresentano i distretti D1, D2, D3, D4, D8) è un grido d’allarme destinato a fare rumore e a finire nei tavoli delle istituzioni.

Questo è ancora più probabile se si pensa che già in queste ore diversi partiti hanno presentato documenti in tal senso col coinvolgimento dell’assessore regionale Roberto Morroni, in merito al "caos caccia e al grido di allarme lanciato dai cacciatori sul pagamento dei danni causati dalla fauna selvatica".

Un’altra tappa di una lunga battaglia che i cacciatori sperano abbia presto fine. Con una conclusione che non penalizzi nessuno