"Dal web e dai cantanti apprendono come si fa"

L’ordinanza del gip ricostruisce la morte dei due giovanissimi di Terni. Per il pusher sapevano fosse metadone, in precedenza spacciata per codeina.

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di Stefano Cinaglia

L’effetto letale del metadone su due ragazzini non tossicodipendenti che credevano di aver assunto codeina; la ricostruzione della maledetta serata di lunedì; la disarmante conoscenza da parte degli amici delle vittime degli effetti delle droghe, appresi da Internet e dai testi musicali dei cantanti ‘trap’; la figura dello spacciatore, conclamato tossicodipendente da cocaina, in cura al Serd e che rivendeva il metadone, che gli veniva dato una volta a settimana, per acquistare la ‘coca’.

Questo ed altro nell’ordinanza del gip Barbara Di Giovannantonio, che convalida l’arresto e dispone il carcere per Aldo Maria Romboli, ternano 41enne, reo-confesso della cessione di metadone diluito in acqua a Flavio Presuttari, 16 anni, e Gianluca Alonzi, 15, morti nel sonno. "L’effetto letale del metadone su Flavio e Gianluca è conseguenza dell’alta concentrazione della sostanza: il metadone che viene spesso utilizzato nei tossicodipendenti può avere una potenzialità letale se assunto da soggetti privi di tolleranza agli oppioidi – scrive il gip –. Quindi in soggetti non tossicodipendenti l’efficacia della sostanza è tale che anche una minima quantità può determinare il decesso. Flavio e Gianluca erano ragazzi di appena 16 e 15 anni e non tossicodipendenti, per cui anche l’assunzione di una bassa concentrazione di metadone diventava per loro potenzialmente letale". "Il Romboli era ben consapevole della minore età dei due ragazzi – osserva ancora il giudice – che frequentava da tempo, ma aveva, secondo la sua prospettazione, sottovalutato gli effetti di quel dosaggio sulle loro persone, vedendoli robusti di corporatura". Confermata la ricostruzione della immane tragedia: la cessione della bottiglietta di acqua e metadone al prezzo di 15 euro e il malore accusato dai due ragazzini già sul campetto di calcio, prima di rientrare a casa. Romboli, che ha anche minacciato il suicidio e che i carabinieri trovarono in grave stato di prostrazione al momento del fermo - emerge ancora dall’ordinanza - vendeva il metadone che gli forniva il Serd per procacciarsi denaro per comprare cocaina, da cui è dipendente.

Già a fine giugno i tre avevano consumato insieme metadone, che in quel caso Romboli aveva spacciato come codeina. Anche lunedì sera i ragazzi, durante il malore, hanno detto agli amici di aver assunto codeina, ma Romboli sostiene che stavolta non aveva mentito sulla sostanza: avrebbe quindi detto loro che fosse metadone. Una bottiglietta con poco liquido marrone, probabilmente quella usata per l’assunzione, è stata trovata nella minicar di Flavio. Gli inquirenti hanno avuto la massima collaborazione dagli amici delle due vittime, quattro i ragazzini ascoltati. "Allarmante la consuetudine tra i ragazzi – sottolinea però il gip –, soprattutto adolescenti, di assumere metadone diluito o codeina diluita con acqua o altre bevande, al fine di ottenere un effetto rilassante. Le modalità di miscelare le sostanze al fine di ottenere l’effetto desiderato vengono dai giovani apprese da video in internet e da canzoni di alcuni cantanti ‘trap’".