Dal cellulare gli ultimi contatti di Mariel

Nell’inchiesta per omicidio tra domani e martedì è prevista l’autopsia sulla settantenne trovata morta nella sua abitazione di via Sfrilli

Sarà eseguita tra domani e martedì l’autopsia sul cadavere di Mariel Soethe, la donna di 70 anni trovata morta nell’abitazione dove viveva in via Sfrilli, a Pistrino. L’esame autoptico predisposto nell’ambito delle indagini aperte per omicidio, al momento contro ignoti, dovrà fare chiarezza sulle cause della morte, così come sulla data, anche se è ipotizzabile che la donna fosse deceduta già da qualche giorno. Da stabilire anche la natura delle lesioni al volto, con tumefazioni compatibili con gesti violenti. Gli inquirenti sono al lavoro per sciogliere questo giallo che ha sconvolto la piccola frazione di Pistrino dove in questi giorni si è allungata l’ombra dell’omicidio. I carabinieri hanno svolto dettagliati sopralluoghi di natura scientifica all’interno dell’abitazione dove la donna, che non aveva figli, viveva da sola. Mariel, pur essendo da tanti anni in Altotevere, risultava ancora residente a Monaco di Baviera. A Pistrino conduceva una vita dall’apparenza normale, solitaria, per questo la sua morte, forse provocata da qualcuno che lei stessa conosceva bene, è al centro di delicate indagini. Molte le persone più vicine alla donna che sono state sentite dai carabinieri in questi giorni anche per ricostruire il quadro dei rapporti che la circondavano. I militari dell’Arma hanno sequestrato inoltre il telefono cellulare della settantenne per risalire agli ultimi contatti avuti prima che di lei si perdesse ogni traccia. Infatti era da giorni che nessuno la vedeva in paese, dove andava a fare la spesa o per lunghe camminate, fino a che una sua vicina di casa non si è rivolta ai carabinieri, preoccupata dell’assenza di Mariel e del fatto che non rispondesse neanche al campanello. Da qui la terribile scoperta del cadavere. La salma della donna, trasferita all’Obitorio di Perugia è già stata sottoposta a una prima ricognizione cadaverica alla ricerca di elementi e tracce che possano indirizzare le indagini verso la giusta direzione. Anche nell’abitazione di via Sfrilli sarebbero stati repertati nel corso dei diversi sopralluoghi, numerosi elementi ora al vaglio della Scientifica. Tra gli elementi che hanno indotto gli inquirenti ad indagare a tutto tondo il fatto che le tumefazioni al volto che presentava la donna non sarebbero compatibili con una caduta accidentale. La casa era chiusa a chiave, così come le persiane serrate da giorni e non vi è nessun segno di effrazione, quindi per chi indaga è possibile che Mariel abbia aperto la porta di casa al proprio assassino.

Cristina Crisci