Covid Umbria, Assisi chiude gli uffici e Perugia proroga il rosso

I contagi anche ieri hanno toccato quota 438 ma la preoccupazione maggiore è legata alla pressione sugli ospedali con 554 ricoveri

Assisi, aumenta la paura da Covid

Assisi, aumenta la paura da Covid

Perugia, 18 febbraio 2021 - La provincia di Perugia verso la proroga della zona rossa, almeno per una settimana, se non due. Mentre si fa strada l’ipotesi di un arancione ’rinforzato’ nel resto della regione per evitare che le varianti spingano il contagio oltre il confine. E’ quello che si appresta a fare Palazzo Donini dopo il confronto di oggi con la Sanità. I contagi anche ieri hanno toccato quota 438 ma la preoccupazione maggiore è legata alla pressione sugli ospedali con 554 ricoveri, di cui 83 in terapia intensiva e 11 morti.  

Il virus corre soprattutto nella terra umbra di Mario Draghi. Proprio nell’area del Trasimeno il Covid e le sue varianti – l’inglese e la brasiliana – sembrano inarrestabili: ieri si registravano 742 casi. Su questi numeri pesa di certo il "caso" Magione che da settimane ormai resta fisso sulla soglia dei 200 contagi e dove il sindaco Giacomo Chiodini si è visto costretto a ordinanze più dure che altrove, prorogando in queste ore i divieti già in vigore (chiusura dei parchi, misurazioni febbre obbligatorie nei negozi, coprifuoco alle 21 etc) e disponendo le ulteriori chiusure domenicali degli esercizi commerciali nelle domeniche del 21 e del 28 febbraio.

Ad Assisi intanto, causa contagi il comune chiude gli uffici mentre a Bastia Umbria serrata la parrocchia: il prete positivo e sette sacerdoti in isolamento volontario. In tutta Italia il ’caso-Umbria’ continua a far discutere anche dopo l’appello di epidemiologi e clinici umbri al lockdwon. "Le zone rosse possono funzionare ma se abbiamo dei focolai con variante brasiliana e sudafricana questo tipo di zona non puo’ bastare: bisogna chiudere" ha detto il virologo Andrea Crisanti secondo cui in Umbria e in Abruzzo bisogna chiudere tutto, fare un lockdown chirurgico". Intanto però riaprono tutti i centri estetici situati nei comuni ricompresi nella zona rossa in quanto equiparati alle altre attività previste per "i servizi alla persona". Lo dice una nota della Regione ricordando quanto stabilito da una sentenza emessa martedì dal Tribunale amministrativo del Lazio. Erika Pontini