Covid, la risalita della curva non si ferma

Al momento la crescita però non incide sulle ospedalizzazioni: scendono infatti a 101 i ricoverati in Umbria, tre in meno venerdì

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La risalita della curva epidemica del Covid in Umbria prosegue. La buona notizia è che i nuovi positivi però non aumentano e – almeno questa settimana – sono circa cinquecento al giorno.

La cartina di tornasole saranno però i ricoveri, dato che in molti ormai utilizzano il tampone fai dai te. Al momento la crescita della curva non incide sulle ospedalizzazioni: scendono infatti a 101 i ricoverati in Umbria, tre in meno venerdì, con un posto occupato nelle terapie intensive (nessuno nelle 24 ore precedenti) e due morti legati al virus. Questo è il bilancio che emerge dai dati sul sito della Regione aggiornato a ieri mattina alle 8. Prosegue come detto l’aumento degli attualmente positivi passati a 3.737, 132 in più, con un aumento del 15,7 per cento su base settimanale, mentre i nuovi casi sono stati 485 e i guariti 351. Ieri sono stati analizzati 2.045 tra tamponi e test antigenici, con un tasso di positività del 23,7 per cento mentre era al 20 per cento lo stesso giorno della scorsa settimana: l’aumento settimanale è stato fra i quattro e cinque punti, confermato dalla crescita del tasso di contagio Rdt salito a 1,23 (ogni infetto contagia altre 1,23 persone). "Per la prima volta comunque anche a livello nazionale dopo numerose settimane, si osserva un aumento dell’incidenza con una tendenza alla stabilizzazione nei tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva ed una lieve diminuzione nei tassi di ospedalizzazione in area medica".

Questo il quadro tracciato nel report settimanale Istituto superiore di sanità-ministero Salute per il monitoraggio della pandemia. Nel report "si ribadisce la necessità di continuare a rispettare le misure comportamentali individuali e collettive previsteraccomandate, l’uso della mascherina, aerazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento. L’elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a mitigare l’impatto soprattutto clinico dell’epidemia". Le due regioni classificate a rischio alto sono il Piemonte e la Toscana, mentre le 11 Regioni a rischio moderato sono: Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Umbria e Veneto. Le restanti 8 regioni sono classificate a rischio basso.